Ucraina addio

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Da un pezzo non scrivo nulla sull’Ucraina, forse perché il genocidio dei Palestinesi ha messo in ombra una guerra convenzionale ma anche perché era troppo frustrante confrontarsi con chi di quella guerra non aveva capito quasi nulla e deliberatamente ignorava le cause che l’hanno scatenata.
Se c’è un aspetto positivo nella disgraziatissima vittoria di Trump è che ha reso tutto più chiaro e leggibile. Da un lato la sola idea che i burattinai americani potrebbero tagliare i fili al burattino Zelensky ha aperto una prima vera possibilità per la pace e dall’altro l’Europa ha trasformato i suoi ruggiti in miagolii, perché tra la sopravvivenza economica e la gloria di Zelensky non potrà che scegliere la prima.
Non sarà una pace, sarà una resa che per milioni di Ucraini renderà molto amaro il tanto desiderato silenzio delle armi.
Chi spiegherà ai morti che è stato tutto inutile e ai vivi che le macerie del loro paese potevano essere evitate?
Certamente non gli Americani. Non lo hanno fatto con i Vietnamiti, coi Libici, con gli Iracheni, coi Somali, coi Bosniaci, con gli Afgani né con nessuna delle popolazioni più piccole che in ogni parte del mondo sono state prima masticate e poi sputate col solo vero scopo di procurare un mercato alla più grande industria a stelle e strisce, quella della Guerra.
Il tempo di versare lacrime a comando per il popolo ucraino sta per scadere, si accettano scommesse su quale sarà il prossimo.
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Mario Piazza