Come s’abbevera l’acqua alle radici

DI GIANFRANCO ISETTA

 

Come s’abbevera l’acqua alle radici

Tra nubi basse quella casa bianca
rilancia il paesaggio che scoprivo
da ragazzo e, dei lampi, la paura.

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Mi regalava intimità l’ingresso
sottile ma già fitto della pioggia
attendendo il passaggio delle foglie
silenziose barchette trascinate
nel gorgoglìo di gonfi rigagnoli.
Cercando il passo ai cigli roteavano.

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Arranco verso gli occhi delle nuvole
ed al mio tronco d’oggi vacillante
chiedo tutto l’abbraccio che mi resta
come a radici s’abbevera l’acqua
per trattenere l’aria già fuggente.

 

Gianfranco Isetta