DI MARIO IMBIMBO
Ieri mattina al Senato è stata inaugurata una panchina rossa, per ricordare le vittime di femminicidio. Nella parte superiore però questa istallata in Senato, a differenza di tutte le altre presenti praticamente ovunque ormai in Italia, ha una fascia bianca, rossa e verde che richiama il Tricolore.
Il dettaglio “patriottico” è stato espressamente voluto dal Presidente del Senato Ignazio Benito La Russa. “Il mio unico apporto” ha detto “è stato ricordare che è una questione nazionale. Per questo ho voluto che ci fosse una striscia tricolore. Una battaglia che non appartiene né a una parte né all’altra, semmai appartiene di più il monito agli uomini, e deve essere intesa come una emergenza nazionale”.
Quanta retorica, quanta ipocrisia e quanta voglia di mettere sempre (in questo caso letteralmente) “bandierine”. Che a Ignazio Benito La Russa della questione femminile in genere non freghi un benemerito cacchio lo dice chiaro e tondo l’educazione e la protezione che ha dato e sta dando a suo figlio Leonardo Apache per una vicenda in ogni caso tristissima che lo vede accusato di stupro.
Piuttosto che disegnare bandierine sulle panchine contro il femminicidio dia la possibilità agli inquirenti di analizzare il cellulare del figlio che, guarda a volte il caso, è intestato proprio al padre Ignazio ed è coperto da segreto poiché il padre gode di tutti i privilegi di cui godono i parlamentari. Posi il pennello e sblocchi il telefono del figlio se ritiene davvero la questione femminile “emergenza nazionale”. “Patrioti” a due velocità, senza vergogna e senza pudore, quando conviene!!!
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Mario Imbimbo