DI GIOACCHINO MUSUMECI
“L’Assemblea Costituente del Movimento 5 Stelle ha raggiunto ieri il quorum”.
Alcuni noti esponenti del Movimento, l’ex ministro Toninelli in testa, da che tessevano lodi a Giuseppe Conte durante i suoi governi, oggi auspicano il ritorno al Vaffa che implicherebbe necessariamente un passo indietro del presidente Conte.
A proposito di politica: l’ipotesi del Movimento che corre da solo verso la governance del paese mi appare dislocata dalla realtà, e sarebbe finalmente arrivato il momento di riconoscere che lo slogan più che pagare delude.
Per battere la destra, sempre che l’elettore del Movimento non sia un passeggero deluso dalla Dx che torna all’ovile dei vari Meloni, Salvini e Tajani se il Movimento si sposta a Sx, esiste un unica strada, quella delle alleanze.
Essere refrattari alla collocazione “progressista” e precludere alleanze non è segno di maturità, è anzi indicazione di debolezza e difficoltà a capire la sostanza dello scenario politico italiano. Oppure significa interpretare erroneamente il Movimento come parcheggio di delusi da altri partiti, cioè elettori pronti a migrare altrove a seconda dei casi.
Allearsi, se si possiedono idee proprie e programmi chiari, non implica essere fagocitati o subalterni come ventilano alcuni conservatori del pensiero grillino che inconsapevolmente intendono la libertà speculativa funzione del dogmatismo. Programmare alleanze politiche è invece nel realismo necessario per ottenere risultati concreti. Ma le alleanze dal mio punto di vista si concepiscono con forze politiche un minimo affini, non coi fascisti, razzisti, o secessionisti antimeridionali.
TORNARE AGLI ESORDI: Sputare sui competitors per quattro anni e poi avanzare richieste per un patto di governo ha funzionato in un determinato contesto politico, oggi tanti elettori auspicano un Movimento diverso da quello degli esordi, né Dx né Sx ma un po’ Dx e un po’ Sx alla bisogna; Il che oggi equivarrebbe a concepire perfino un governo con FDI se si presentasse occasione, ma sentirsi raccontare domani da Beppe Grillo e sostenitori che si può governare con Meloni è un po’ troppo, non potrei mai difendere scelte politiche simili perché lederebbero la coerenza delle idee che ho espresso in post pubblicati in questa o altre pagine e blog.
Alcuni sostengono che lo scopo del voto nella Costituente sia eliminare il garante Beppe Grillo. Mi pare una visione molto ristretta del confronto democratico in atto. Tuttavia un nodo importante è nell’ipotesi di un futuro costruttivo per il Movimento se una fronda interna opera distruttivamente dato che fin ora è andata proprio così. La contraddizione contenuta nell’ incompatibilità Conte/ Grillo è finalmente esplosa e ciò che penso al riguardo non è un segreto: non è più possibile un Movimento futuro con un garante che ostracizza il presidente. Né è possibile con un garante sputtanato da fatti accaduti e comportamenti incompatibili coi progetti dello stesso Movimento. Non è più tollerabile un garante che tace per mesi ed esonda contro Conte proprio alla vigilia di un voto che non esercita neppure.
In un modo o nell’altro questo nodo va sciolto affinché Il Movimento abbia finalmente una fisionomia davvero rinnovata e definita. Ciò porterà giocoforza a un vincitore e uno sconfitto ma sarà finita per sempre la saga autodistruttiva che ha offerto spunti a detrattori che non hanno certo bisogno d’aiuto per riempire spazi sui giornali. Nessuno può sottrarsi al divenire, per Grillo è il tempo del crepuscolo, per Conte è cominciata un’ alba, e se non sarà nel Movimento perché gli iscritti avranno deciso altro, sceglierà lui dove sorgerà il suo sole.
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Gioacchino Musumeci