DI MARINO BARTOLETTI
Cosa c’è di più bello, di più costruttivo, di più fertile che parlare ai ragazzi, mettendo a loro disposizione la tua esperienza?
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Devi farlo con franchezza e allo stesso tempo con delicatezza, prendendoli per mano, andando oltre le loro possibili lacune: ricordandoti di quello che eri alla loro età, non di quello che sei.
E così nascono feeling, attenzione, curiosità e probabilmente anche affetto. Alla fine, se sei veramente stato utile, sei tu quello che ne esce più “ricco”. Soprattutto rendendoti conto che quelle ragazze e quei ragazzi (dopo quasi due ore) avrebbero voluto che la lezione non finisse più.
È accaduto nella Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna (che ora si chiama, probabilmente per mano di una mente disagiata, “Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica”) nell’ambito del Laboratorio di Scrittura.
Confesso che mi ha fatto un certo effetto tornare in un’aula di via Zamboni. Per raccontare le mie emozioni ci sarebbe voluta la dolce compagnia di #pupiavati
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Marino Bartoletti