DI MARIO IMBIMBO
“Ciò che sta accadendo nel Movimento 5 Stelle è molto interessante”.
Da un po’ di tempo a questa parte Giuseppe Conte sta tentando di dare al M5S una sterzata verso una linea di sinistra che manca oggi in Italia, tra i partiti che hanno un discreto consenso nelle elezioni nazionali ed esprimono una forza parlamentare: diritti sociali, ruolo dello Stato, pacifismo, critica della Nato e della collocazione ultra-atlantista dell’Italia. Conte è contrario agli aiuti infiniti a Kiev e quindi all’escalation verso la Terza guerra mondiale, ed è fortemente critico verso Israele. Conte definisce “progressismo” questa linea; magari è opinabile, e sul “progressismo” ci sarebbe da aprire la consueta discussione, ma qui è più questione di nomi che di fatti reali.
Tra i leader politici italiani con un discreto consenso elettorale, Conte è l’unico ad avere queste posizioni. Sono, tra l’altro, le posizioni politiche che in Italia servono come il pane, dato che le due coalizioni di governo e di opposizione sono al contrario su posizioni ultra-atlantiste, filoisraeliane e liberali sui temi sociali ed economici (con il PD che fa la consueta recita teatrale secondo cui, quando è all’opposizione, critica i tagli alla spesa pubblica e la linea politico-economica liberale del governo Meloni, stando al contempo perfettamente allineato alla linea politico-economica europea e ai “piani Draghi” vari).
Pur con tutte le contraddizioni e le problematiche del caso, il M5S rappresenta quindi una anomalia in un contesto politico, quello italiano, che negli ultimi 30 anni è stato letteralmente dominato da forze politiche liberali, ultraeuropeiste e atlantiste in modo estremamente servile.
Chi guarda la politica con un minimo di realismo, dunque, per quanto possa criticare il M5S su tanti punti e su tante scelte del passato (su tutte, l’adesione di Conte al governo Draghi, il suo più grave errore politico), anche se non vota il M5S non può che guardare positivamente a questa presenza “anomala” nel contesto politico italiano.
Credo che sia con questa forma di realismo critico che bisogna giudicare la politica: personalmente vorrei un partito diverso e molto più avanzato e radicale, su tanti temi, rispetto al M5S, ma nel contesto politico italiano al momento questo c’è e quindi meglio che ci sia qualcosa, piuttosto che nulla. Il fatto che ci sia qualcosa, piuttosto che nulla, sposta un minimo l’asse politico del Paese e apre spazi politici su vari temi e posizioni. Detto in altri termini ancora: il M5S a guida Conte è un flebile riflesso di quelle posizioni politiche (statalismo, diritti sociali, pacifismo, critica della collocazione atlantista dell’Italia) che bisognerebbe fossero diffuse in tutto l’arco politico italiano e rappresentate da ben altre forze politiche rispetto all’attuale M5S; per quanto possa non piacere il M5S e per quanto si possa criticare Conte, se si hanno le suddette posizioni è comunque un fatto positivo che nel contesto politico italiano ci sia questo M5S. Se improvvisamente sparisse, sarebbe un peggioramento del quadro politico complessivo.
Nel M5S le vecchie guardie, con alla testa Grillo, stanno facendo la guerra a Conte. C’è la percezione che si stiano muovendo interessi profondi, e cioè che non siano semplicemente schermaglie congressuali. Evidentemente, si ritiene che in Italia ci sia bisogno di stroncare anche quel poco di disallineamento che c’è rispetto all’atlantismo liberale, anche quando questo disallineamento è politicamente debole; altrettanto evidentemente, Grillo è sotto ricatto a causa del processo che ha colpito il figlio. Non è affatto improbabile che gli abbiano garantito l’assoluzione del figlio in cambio dell’impegno ad indebolire, se non proprio ammazzare politicamente, Giuseppe Conte”.
Dell’analisi dell’Osservatorio Italiano sul neoliberismo sui 5 stelle condivido anche le virgole. Analisi equilibrata, oggettiva e condivisibilissima. È infatti sulla base di queste argomentazioni che dopo anni di militanza nella sinistra radicale e delusioni inenarrabili per aver visto dal di dentro la frattura fra la linea professata dalla sinistra radicale e la pratica politica poi applicata che mi sono timidamente avvicinato ai 5 stelle partecipando alla loro Costituente.
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Mario Imbimbo