DI GIOACCHINO MUSUMECI
Mi viene chiesto cosa penso della Schlein e della sobria concertazione a sostegno di Fitto dopo gli appelli accorati di Prodi e Monti. Anche i dinosauri dopotutto devono potersi esprimere ma che possiedano un potere di persuasione tanto decisivo è un segnale molto triste per il principale alleato di una futura coalizione di governo.
Confesso: non so bene che registro linguistico usare per l’occasione ma non voglio sprecare ironia per così poco.
Non ho mai pensato che Elly Schlein fosse una rivoluzionaria, d’altra parte rivoluzione e “armocromia” fanno a pugni.
Sinteticamente posso definire la decisione della segretaria Dem una conferma di tattica politica estremamente opportunista e non di meno codarda.
Il partito democratico riscuote ampio consenso perché il Pd occupa l’area politica del compromesso anche molto basso, come in questo caso, per mantenere una posizione di potere perduto nel tempo. Se la Dx berlusconiana è sempre stata per lo più un circo di impresentabili, anche l’ambiguità del Pd Renziano, i cui connotati erano più quelli dei democratici americani, ha contribuito ampiamente a disilludere elettori oggi sempre meno interessati alle urne.
Attualmente potrei definire il Pd una sorta di DC ammodernata invischiata nell’atlantismo in un clima di pericolosa belligeranza generale di cui la politica è una triste funzione passiva. Il partito della Schlein non può sottarsi ad accordi pericolosi per via delle commistioni di natura lobbistica che si intrecciano nella sua classe dirigente.
Cosa potrà mai fare la pora Schlein se non adattarsi o in alternativa essere triturata in una campagna mediatica che la dipingerebbe come uno spaventapasseri griffato.
Davanti ai Prodi e Monti la debole segretaria ha deciso di cavalcare eventi sacrificando qualsiasi aspirazione di emancipazione da politica vetusta e fallita.
Ciò naturalmente è un problema per il futuro del paese.
Se Giuseppe Conte è stato capace a spese sue di abbattere il dogmatismo grillino, scardinare le vecchie logiche piddine è un compito troppo arduo, non certo alla portata di Elly Schlein. Certamente è più complicato combattere il lobbismo renziano che i grillini della prima ora ma tristemente ciò significa che il Movimento anche nella sua versione rinnovata e progressista porterà sulle spalle tutto il peso del pregiudizio di un popolo ancora troppo lontano dalla consapevolezza necessaria per l’accettazione dei sacrifici immani che preludono alla nuova configurazione della società, la redistribuzione di risorse e la conversione dei sistemi produttivi finalizzati finalmente al benessere collettivo.
Gli elettori non dovrebbero odiarsi e detestarsi come insegnava un certo garante oggi ridotto ai minimi termini; i cittadini devono capire che il cambiamento verso l’emancipazione collettiva non può pesare sulle spalle di una singola forza politica, perciò devono spingere in massa i loro leader a remare verso l’unico futuro possibile, quello in cui gli ultimi saranno finalmente ascoltati e aiutati.
C’è tantissima strada da percorrere “prima di allora.”
Gioacchino Musumeci