DI GIANCARLO SELMI
Ciò che veramente infastidisce delle supponenti analisi lette sui giornaloni e riguardanti l’Assemblea Costituente del Movimento 5 Stelle, è lo scarso rilievo che si è dato alla spinta propulsiva della base, all’immenso lavoro preparatorio svolto con l’invio di 22.000 contributi e al successivo voto.
Sì è dato poco rilievo all’entusiasmo, alla passione, all’atmosfera di felicità che si respirava al Palacongressi di Roma, al “sentirsi parte di una cosa importante” che si leggeva sui visi delle migliaia di donne e uomini che, all’evento, partecipavano.
Eppure il travaglio c’è stato. Sì decideva di imboccare una strada diversa rispetto al passato, senza abiurare la storia, ma riconoscendo che il mondo, la politica, il Paese fossero cambiati e che, questi cambiamenti necessitassero un cambiamento. Un cambiamento che mi piace definire evoluzione. Di stile, di approccio, di organizzazione, di competenze, di presenza, di regole. Quando si cambia c’è sempre una lacerazione. Spesso il passato viene idealizzato e il nuovo fa paura. Quindi il fattore umano, in questa Costituente è stato importantissimo.
Nulla di tutto ciò è stato considerato.
In un’apoteosi di volgare esemplificazione, di supponenti analisi fatte da chi non si è sentito neppure in dovere di informarsi, gettando via il bambino con l’acqua sporca, senza lettura né approfondimenti, ma limitandosi alla visione delle figure, il nostro avvilente sistema informativo, giornali e televisioni, ha preferito ridurre tutto a una sfida, una lite, fra Grillo e Giuseppe Conte. Con quest’ultimo nel ruolo di “manovratore”. Nulla di più falso.
Ma non è una novità, quando si parla di Movimento 5 Stelle la menzogna è un obbligo da adempiere se sì vuole lo stipendio a fine mese.
E così Floris si è sottoposto alla classica figura di cacca, quando Giuseppe Conte gli ha sparato in faccia la verità di non essersi informato. Peggio mi sento citando la gaudente e ipersorridente Tiziana Panella, incalzata dalla insolita onestà intellettuale di un sorprendente Senaldi che difendeva Conte dai maliziosi sorrisetti della conduttrice. Ma si sa, la qualità della informazione italiana è quella che è.
Resta doveroso però, constatare che alla manipolazione, alle menzogne, alle fake, alle non notizie, va aggiunta una terrificante ignoranza e incapacità intellettuale di buona parte di una classe di lavoratori, i giornalisti, che sulle capacità intellettuali dovrebbero poggiare la loro cifra di efficienza.
Mala tempora currunt.
Non ci fermeremo, non ci fermeranno.
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Giancarlo Selmi