DI LEONARDO CECCHI
Caro Ministro, stamani prendo atto del fatto che il fisco avrebbe mandato 1 milione di lettere a 1 milione di sedicenti poveri a partita iva invitandoli gentilmente ad aderire al concordato fiscale.
Suddetti sedicenti poveri dichiarano meno di 15mila euro l’anno, ma stando ai dati pagano i loro dipendenti più di 20mila euro. Da qui il vago sospetto che non si tratti di generosità, che non si sia di fronte a gente che si toglie il pane di bocca per darlo agli altri, ma alla parte più profonda di un pozzo nero di evasione fiscale. Che questo milioncino sia la ridotta più ostica, incallita e banditesca di evasori fiscali: il classico brigante che ti sfreccia in corsi d’emergenza con il SUV con targa sanmarinese, per capirci. A loro è andata questa letterina che da virgolettati di vostra comunicazione strappata dai giornali viene definita figlia di una “strategia dolce”.
Caro Ministro, allora una domanda: perché?
Perché mandate letterine a questi banditi? Perché tanta dolcezza?
Allora, ministro, non mandiamo letterine, ma guardia di finanza.
A passo di carica e con squilli di tromba, via a portare via tutto il dovuto a chi per decenni ha rubato a tutti noi e vive parassitariamente alle spalle di chi rinuncia ogni giorno a tanto per pagare il dovuto. Senza sconti perché la gente muore in corsie di ospedali malmessi dato che mancano soldi. E perché la gente perbene è davvero tanto stanca di pagare per gli altri.
Basta letterine, basta chiudere gli occhi.
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Leonardo Cecchi