DA REDAZIONE
Davide Manlio Ruffolo dal giornale LA NOTIZIA –
In Siria si aggrava la guerra civile e Israele ne approfitta per lanciare nuovi attacchi a Gaza e in Libano, scatenando l’ira di Biden

Da un lato, le bombe di Israele che continuano a cadere sulla Striscia di Gaza e, malgrado la tregua, anche sul Libano; dall’altro, la spaventosa guerra civile divampata all’improvviso in Siria, con i ribelli jihadisti che stanno travolgendo l’esercito regolare del dittatore Bashar al-Assad. Con il passare dei mesi, la situazione in Medio Oriente sembra peggiorare, mettendo a dura prova i fragili equilibri regionali. Al momento, l’attenzione del mondo si concentra sulla Siria, dove l’offensiva del movimento radicale Hayat Tahrir al-Sham (Hts), un tempo affiliato ad al-Qaeda, appare inarrestabile. Le forze jihadiste hanno conquistato Aleppo, la seconda città del Paese, e ora si apprestano a marciare sulla capitale, Damasco.
Questa avanzata sta travolgendo le forze armate siriane al punto da spingere Assad a compiere una visita lampo a Mosca per incontrare il suo alleato Vladimir Putin e chiedere “aiuto”. Il leader del Cremlino ha risposto all’appello ordinando immediatamente all’aviazione russa di intervenire con intensi bombardamenti mirati a decimare le colonne di ribelli in movimento. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), organizzazione non governativa con sede a Londra e una rete di contatti sul campo, il bilancio delle vittime degli scontri, ribattezzati “Operazione Dissuasione dell’Aggressione” dalle fazioni armate, è salito ad almeno 446 morti. Il gruppo Hayat Tahrir al-Sham, considerato un’organizzazione terroristica dall’Onu e dall’Ue, riceve però supporto finanziario e logistico dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
Si aggrava la guerra civile in Siria e Israele ne approfitta per lanciare nuovi attacchi a Gaza e in Libano, scatenando l’ira di Biden
Il fronte più caldo del conflitto si trova nella regione di Idlib, controllata dai ribelli nel nord-ovest della Siria. Qui, i raid dell’aviazione russa hanno causato la morte di almeno 35 civili, tra cui cinque bambini, oltre a numerosi miliziani di Hts. Bombardamenti intensi stanno colpendo anche Aleppo, nel nord del Paese, e la città di Hama, nel centro della Siria, attualmente sotto assedio da parte dei miliziani. Non è solo la Russia a fornire supporto ad Assad: anche l’Iran della Guida Suprema Ali Khamenei ha ribadito il proprio sostegno al regime di Damasco.
Il ministro degli Esteri iraniano, Esmaeil Bagheli, ha dichiarato: “I nostri consiglieri militari sono presenti in Siria da anni su richiesta del governo legittimo del Paese e non abbandoneremo Assad”. A conferma di queste dichiarazioni, milizie sostenute dall’Iran sono entrate in territorio siriano passando dall’Iraq per supportare l’esercito siriano. Nel frattempo, i ribelli si sentono vicini alla vittoria. Hadi al-Bahri, leader dell’opposizione ad Assad, ha dichiarato di essere “pronto a negoziare l’immediata fine delle ostilità”, a condizione che Assad lasci il Paese e consenta una “transizione politica” pacifica. Tuttavia, il dittatore ha già rifiutato questa proposta.
Gli Usa ammoniscono Netanyahu per gli attacchi in Libano
Se in Siria si combatte, la situazione non è migliore nella Striscia di Gaza. Qui, le forze israeliane di Benjamin Netanyahu, accusate dall’Iran di essere le vere responsabili della guerra civile in Siria, continuano a colpire con violenza, causando decine di morti e feriti. Inoltre, nell’enclave palestinese, l’Idf ha bloccato nuovamente l’ingresso degli aiuti umanitari, come denunciato dall’Unrwa (l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi). Secondo l’Unrwa, “Gaza è sprofondata nell’anarchia, con un aumento della carestia e saccheggi diffusi mentre l’ordine pubblico è crollato”.
