DI GIOACCHINO MUSUMECI
Nella cornice soap in cui è precipitato il Movimento l’annuncio è perfetto.
L’overture è epica: Grillo non arriva dall’alto come elevazione vorrebbe, per l’occasione si presenta in versione minimale e automunita di Mercedes Station Wagon grigia metallizzata, un carro funebre (Simbologia eccezionale). Questo avanza nel sottofondo della nona sinfonia di Beethoven. La teatralità del preludio cozza però coi blandi contenuti tesi a occultare troppo astio.
Grillo abbassa il finestrino e comincia: “Bè sono ottimista sul risultato delle votazioni del 5 Dicembre….” Non so che narrazione vi hanno fatto” afferma rivolto alla comunità. Strano che lo chieda, la narrazione mediatica è mediamente quella del grillicidio orchestrato da uno spregiudicato e irriconoscente Giuseppe Conte.
Il persuasore, nostalgico e un po’ sbiadito, racconta le colpe di Conte: ha ignorato ogni proposta concepita da Grillo. Per esempio “la legge anti Zombie”, cioè quella contro il cambio di casacca. Tema identitario trapassato. Come inserire la legge nell’abito politico italiano è mistero. Costituzionalmente non è prevista l’imperatività del mandato perciò occorrerebbe un referendum costituzionale e il paese deve affrontare temi più urgenti.
Mi ha colpito che a Grillo stiano a cuore diritti e tutele dei gatti: Conte ha ignorato “La legge fatta con due ingegneri, definiti straordinari, sulla tutela dei gatti degli italiani”… “che è importantissima” dice Grillo. E niente va bene così.
Ma soprattutto Grillo “Da tutore dei valori sacri del valore” ( parole testuali) sostiene “che i valori sono stati traditi in questi ultimi tre anni. Siete diventati un partito che segue un Oz così…Che non riconosco più”. I valori del Movimento, secondo Grillo, sono stati costruiti “sul suo coraggio, l’intelligenza di Casaleggio, e il cuore dei cittadini”. Dunque Morto Casaleggio l’intelligenza è venuta meno.
Il vittimismo è un ingrediente del messaggio: il voto della Costituente è il tassello della congiura che porta all’estromissione del garante. “Venti domande per coprirne tre” dice Grillo ma toppa. L’iscritto non era obbligato a rispondere a tutte le domande e se in maggioranza decide che il garante non serve bisognerebbe darsi pace.
Grillo fa un errore clamoroso: sostiene che ha votato meno della metà degli iscritti senza chiarire quanti siano in totale e quanti di questi abbiano votato. Cioè offre informazioni lacunose e non è serio. Gli iscritti sono 88.943 e il voto della Costituente è stato validato perché il quorum è stato raggiunto, perciò hanno votato oltre metà degli iscritti.
Sui due mandati il garante sostiene che era d’accordo col “mago di Oz” per proporre una legge nazionale. Ma la questione topica è stabilire in tutto questo il ruolo degli iscritti. La logica di Grillo tradisce il principio democratico perché esistono temi su cui l’iscritto non ha diritto di replica. “In fondo ho chiesto solo di essere gran custode del tutto” dice Grillo, come se poter porre veti indiscutibili su tutto sia poca cosa. E tra custodire ed escludere gli iscritti da processi decisionali su “principi inderogabili” del Movimento ce ne passa.
Grillo sostiene di aver cercato Conte tante volte: “ Il modo di fare del mago di Oz lo conoscete, non si fa mai trovare”. Questa non è una buona carta: chiedo perché colui che comunica solo dal blog non si sia trovato fisicamente nella costituente ove avrebbe fatto i conti col cuore degli iscritti a cui ricorre come espediente retorico.
Nella parte finale del messaggio Grillo si improvvisa psichiatra e perde l’etichetta: incazzato per esser stato definito sopraelevato da Conte, lo apostrofa definendolo “sottopassaggio” affetto da psicosi. Grillo gesticola e diagnostica a Conte la sindrome della proiezione. Poi si lancia in un delirio contro i partiti che non capiscono niente: parlano del passato per capire il presente (come dire che la storia non serve per chiarire il presente che ne deriva per forza) “di fascismo e antifascismo, di rivoluzione e antirivoluzione”; che sorpresa! Casualmente si inveisce proprio contro le forze di sinistra. Il Movimento secondo Grillo è diventato uno spregevole partitino progressista lontanissimo dalla rivoluzione del Movimento. D’altra parte come racconta la storia di cui fare a meno, Grillo ha realizzato la propria visione col successo del ministero della Transizione ecologica approntato nel governo Draghi.
Per fortuna Grillo capisce il presente e fa un po’ tenerezza. Fagocitato dall’astio per Conte non ha mostrato che rimpianto per il passato del Movimento che non tornerà mai più.
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Gioacchino Musumeci