DI MARIO IMBIMBO
Ieri sera il signor Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stato protagonista di una serratissima intervista in cui ha dovuto rispondere alle incalzanti domande del conduttore che ha smentito punto su punto in un infuocato contraddittorio i dati non sempre corretti ed esaurienti presentati dalla Meloni.
O almeno questo dovrebbe accadere in una democrazia compiuta. Neanche Berlusconi protagonista del cosiddetto “editto bulgaro”, proprietario direttamente di tre tv ed epuratore della Rai, si è mai sottratto al contraddittorio come la coniglia Meloni. Epico il suo scontro con Santoro e Travaglio.
Nel Salotto dell’amico Porro invece mancava solo il tappeto rosso e magari un calice di vino per rendere l’atmosfera più rilassata e familiare. Potrebbe essere un’idea per le prossime interviste. In assenza del più flebile barlume di una pur pallida domanda la Meloni si è potuta pacchianamente autocelebrare.
Ha infatti tranquillamente affermato di aver aumentato gli stipendi, le pensioni, e addirittura i soldi destinati alla sanità. Tutte verità parziali se non addirittura balle colossali. Parliamo di pochi spicci nei primi due casi o addirittura di enormi tagli, come mai in 20 anni, se guardiamo alla spesa sanitaria.
Capite ora quanto è importante il pluralismo televisivo e perché l’asservimento totale della Tv ad un potere politico (leggi Telemeloni) è una delle più grandi iatture per la tenuta democratica di un paese? Senza una vera informazione, ma solo con la becera propaganda, la democrazia muore e l’autoritarismo illiberale prospera. Ahinoi!!!
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Mario Imbimbo