Corea del Sud tentato golpe: legge marziale, soldati in Parlamento

REDAZIONE

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Dalla redazione di REMOCONTRO –

Un tentato golpe fallito. Prima l’annuncio a sorpresa del presidente sudcoreano Yoon che aveva proclamato la legge marziale, costretto a revocarla dall’Assemblea nazionale che nonostante la minaccia delle forze armate ha bocciato il provvedimento e mentre la popolazione si riversava a protestare in piazza. Stamane all’alba lo stesso Yoon aveva annunciato in un messaggio televisivo che avrebbe tolto lo stato d’emergenza. Ora l’attesa di destituzione e possibile arresto.

Il presidente Yoon del tentato sovvertimento interno fallito

 

La follia del potere a Seul con la scusa di Kim

Le ore folli di Seoul sono iniziate quando, a sorpresa, nella tarda serata di ieri  il presidente Yoon ha annunciato in tv l’imposizione della legge marziale. “Proclamo lo stato di emergenza per sradicare le forze pro-Nord Corea e proteggere l’ordine costituzionale della libertà”. Evidente da subito che la Corea del Nord c’entrava ben poco con la mossa azzardata del presidente. La decisione aveva inoltre colto di sorpresa gli Stati Uniti, alleato chiave di Seul, e anche il partito dello stesso presidente che non ne erano informati. Yoon stesso, tra le motivazioni, oltre al comodo Kim, aveva indicato le richieste di impeachment nei suoi confronti, e il ridimensionamento del budget, imposti dall’Assemblea nazionale con maggioranza del Partito democratico d’opposizione al presidente stesso.

Legge marziale d’emergenza per golpe alla coreana

Sarebbe stata la tredicesima legge marziale della storia del paese. La prima in tempi di “democrazia liberale”, dopo le 12 dell’epoca della dittatura, l’ultima nel 1979. Per tutta la guerra fredda, in effetti, la penisola coreana è stata spartita tra due opposte dittature, quella dei Kim a nord che ancora resiste, e quella militare appoggiata dagli Usa a sud. Ma nel corso degli anni 80 la presa militare in Corea del Sud si allentò fino alle prime elezioni libere del 1987. Da allora il Paese ha conosciuto un enorme sviluppo economico: se prima il reddito procapite coreano era inferiore a quello mondiale, con la democrazia è arrivata anche una crescita che ha portato la Corea del Sud a un reddito comparabile con quello europeo e mondiale.

Il presidente despota e i militari golpisti

Yoon aveva dato ordine al capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Park An-su di assumere il comando dello stato d’emergenza e questi aveva vietato tutte le attività dell’Assemblea nazionale e ai partiti politici. Tutti i media e le pubblicazioni sarebbero dovuti ricadere sotto il controllo della legge marziale. L’Assemblea nazionale è stata isolata da cordoni militari e in serata e sono stati visti elicotteri atterrare sul tetto. Le truppe sono entrate nell’edificio, mentre centinaia di manifestanti si sono radunati fuori dal parlamento gridando: “Arrestate Yoon Suk Yeol”.

Parlamento, opposizione e popolo

L’opposizione ha reagito immediatamente. I parlamentari del Partito democratico di corsa all’Assemblea nazionale per votare una mozione di revoca della legge marziale. Su questa proposta c’è stata la convergenza anche di parte del Partito del potere del popolo, che è la formazione di provenienza di Yoon. Il leader del partito ex presidenziale ha definito “sbagliata” la decisione di Yoon. Centinaia di persone radunate davanti al parlamento di fronte allo schieramento dei militari hanno assistito ad una vera piccola battaglia. I soldati che sfondavano le finestre per entrare nell’edificio parlamentare e òla sicurezza dei parlamentari che barricava l’aula per permettere il voto. 190 parlamentari riuscivano a esprimersi, bocciando la manovra presidenziale all’unanimità. I militari, dopo il voto, si sono ritirati dall’Assemblea nazionale in attesa di cambiare comandante in capo.

Cosa potrà accadere ora

La folle notte della Corea del sud rischia di avere conseguenze molto profonde, dopo quello che è stato a tutti gli effetti un tentativo di golpe di palazzo. La mossa di Yoon arriva in una delicata fase di transizione internazionale. In attesa del suo insediamento, Donald Trump ha già inviato segnali di dialogo alla Corea del nord, nominando vice consigliere per la sicurezza nazionale Alex Wong, l’uomo che tesse la tela necessaria ai due vertici con Kim Jong-un durante il suo primo mandato. E Yoon è finito sotto un attacco sempre più perentorio sul fronte interno, con l’opposizione che lo critica per una linea giudicata troppo asservita a Giappone e Usa.

“Yonn, ricevendo il ministro della Difesa ucraino, aveva aperto all’invio di armi a Kiev, violando una norma che impedisce l’assistenza militare a paesi in conflitto, segnala Lorenzo Lamperti sul manifesto. A Seul molti temono un passo del genere, ancor di più dopo che Pyongyang ha inviato migliaia di soldati a combattere al fianco di Mosca, che commentando la mancata legge marziale ha ironicamente invitato l’occidente a decidere sanzioni contro la Corea del sud.”

 

Presidente reazionario e incompetente

Yoon Suk-yeol, di destra e assai impopolare, ha provato a risolvere le divisioni sospendendo la democrazia, ma le cose non sono andate come voleva e in queste ultime ore in molti si chiedono cosa sia successo. Dopo un paio d’ore dalla proclamazione della legge marziale, le opposizioni che si trovavano ancora in parlamento – che nel frattempo era stato circondato dalle forze di sicurezza su ordine di Yoon – hanno votato per revocarla, decisione che poi Yoon è stato costretto ad accettare data la difficoltà a trovare alleati per quello che assomigliava sempre di più a un colpo di stato. Dopo poco le stesse opposizioni hanno depositato la richiesta di impeachment per il presidente, che sarà votata nei prossimi giorni.

Per capire cosa sia successo, un passo indietro

Yoon Suk-yeol fu eletto presidente nel 2022 con il margine più ristretto della storia della giovane democrazia sudcoreana. Vinse le elezioni con appena lo 0,8% di vantaggio. Yoon cercò di presentarsi al pubblico sudcoreano come un leader risoluto e forte. Il suo predecessore, il progressista Moon Jae-in, aveva cercato di portare avanti politiche sociali piuttosto avanzate in tema di diritti e integrazione della società, e soprattutto aveva adottato una politica di avvicinamento alla Corea del Nord, arrivando perfino a uno storico incontro con il dittatore Kim Jong Un.

Trumpismo alla coreana

Yoon ripudiò le politiche del suo predecessore come un sintomo di debolezza che stava portando il paese al declino. Interruppe il riavvicinamento con la Corea del Nord e cercò il sostegno degli Stati Uniti, e in politica interna adottò misure sociali conservatrici e tradizionaliste. Nel 2022, pochi mesi dopo il suo insediamento, durante una festa di Halloween circa 150 persone morirono schiacciate nella calca nel centro di Seul, e le polemiche che ne seguirono misero in seria crisi il governo. Più di recente c’è stato un grande sciopero dei medici in tutto il paese contro stipendi e condizioni di lavoro insufficienti, e il dibattito si è concentrato molto sulla crisi abitativa, con i prezzi delle case che hanno raggiunto livelli insostenibili. La stessa famiglia di Yoon è stata investita da uno scandalo quando la first lady è stata vista accettare in regalo una borsa di Dior dal valore di oltre 2.000 euro. Inoltre le relazioni con la Corea del Nord sono tornate a essere molto tese.

Popolarità a picco

Gli scandali, le difficoltà e il continuo ostracismo dell’opposizione in parlamento hanno affossato la popolarità di Yoon, che prima della legge marziale era appena sopra il 10%. L’impopolarità del presidente è stata confermata alle elezioni legislative di quest’anno, quando l’opposizione del Partito Democratico ha ottenuto in parlamento la più ampia maggioranza dall’inizio della democrazia. La campagna elettorale è stata molto dura: l’opposizione ha definito Yoon un «traditore nazionale», mentre gli alleati del presidente definivano gli avversari «criminali» e «comunisti nordcoreani».

Sospendere la democrazia

“Davanti a questo stallo Yoon ha cercato di sospendere la democrazia. Non è chiaro perché abbia deciso di agire in questo momento, e soprattutto non è ancora chiaro perché il suo piano sia stato così carente. Fra i commentatori internazionali l’ipotesi circolata durante le sei ore in cui la legge marziale è stata in vigore è che Yoon non si fosse assicurato nemmeno l’appoggio dell’esercito e delle forze dell’ordine, che di fatto non hanno applicato il suo ordine di chiudere il parlamento.”

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Articolo della redazione di

4 Dicembre 2024