DI MICHELE PIRAS
E chissà come mai i Media e la politica occidentale non si decidono a inquadrare con un termine univoco le milizie che hanno preso d’assalto il regime siriano.
Islamisti, qaedisti, addirittura ribelli, dunque quasi a voler proiettare un’immagine positiva.
Gli stessi che definiscono senza alcun dubbio terrorista Hamas e Hezbollah non ce la fanno proprio ad inquadrare in maniera inequivocabile sotto la medesima categoria Tahrir Al Sham, ovvero Al-Qaeda in Siria.
Non sono terroristi?
Dipende, per l’ipocrisia occidentale tutto dipende.
Da chi è il nemico dell’Occidente, tutto dipende.
E siccome Assad è nemico dell’Occidente e da sempre legato a doppio filo all’Iran, meglio mescolare un po’ le carte e far finta che non sia un film già visto.
Che il nemico del mio nemico è mio amico, anche se puzza un po’ molto di terrorismo.
E allora capita che i tagliagole sono ribelli che vogliono buttare giù un regime autoritario e magari Israele – che per la cronaca finora non ha subito nemmeno mezzo attacco da Al Qaeda – potrebbe persino essere soddisfatto di ciò che accade nella martoriata Siria, che invece di attacchi dall’Idf ne ha subiti eccome.
E poco importa se si prepara l’ennesimo massacro e l’ennesima ondata di profughi, se scopriremo a breve che nelle città (ri)occupate si instaurerà un regime oscurantista e ancora più brutale di quello attuale.
Un po’ come in Afghanistan, dove abbiamo giurato vendetta eterna contro i Talebani per poi andarcene all’improvviso, lasciando quel Paese in mano al fanatismo che dichiaravamo di voler combattere e la condizione di quel popolo nel più assurdo e osceno silenzio.
Si chiama ipocrisia, ma anche questa ormai è cronaca quotidiana.
.
Michele Piras