Grazie ad Alessandro Di Battista

DI BARBARA LEZZI

BARBARA LEZZI

 

Grazie Alessandro Di Battista, ti ho ascoltato ieri sera in TV e dico che sei contraddistinto da un’onestà intellettuale che diventa sempre più rara.
Sì, la mia riflessione può essere travisata con qualcosa che è solo personale e che invece ha molto senso politico.
Tu, Alessandro, sei l’unico che in queste settimane di botta e risposta, ha speso delle parole per noi espulsi per non aver dato la fiducia a Draghi. Eppure, sarebbe significativo sottolineare che tra quei circa 50 parlamentari la maggior parte era al primo mandato.
Aveva la rielezione in tasca ma non si è fatta portare a passeggio da nessuno, ha dato dignità al ruolo della rappresentanza parlamentare, non si è fatta abbindolare per un posticino di sopravvivenza.
Ha scelto di tornare alla sua vita a testa alta senza l’onta dell’aver tradito quasi 11 milioni di voti. Ma questo ha interessato solo te, tutti gli altri se ne infischiano mortificando per l’ennesima volta il valore della riconoscenza.
Oggi nessuno ha colpe né responsabilità. Grillo poteva dirigere e comandare, Conte poteva influenzare, Fico poteva convincere, Di Maio poteva persuadere e i parlamentari? Tranne quelli espulsi, tra cui io stessa, tutti docili quando si trattò di guardarsi l’ombelico e ora, per la stessa ragione che non va oltre il proprio interesse, sono tutti incattiviti.
Si è votata la Cartabia, il dl semplificazioni, le armi in Ucraina (votato favorevolmente fino alla mozione del 21 giugno 2022) e si sono sbattuti fuori come ladri 50 parlamentari per un quesito “a dir poco manipolatorio” come ha dichiarato il Presidente Conte. Peccato che nessuno ci aiutò quando chiedemmo a Crimi di rifare le votazioni così come lo statuto permetteva di fare.
Grazie ancora Alessandro. Non mi deludi mai.
Aggiungo un suggerimento non richiesto e sicuramente non apprezzato: se si prosegue a scaricare colpe e responsabilità su qualcun altro, gli elettori avranno buone ragioni per non votare più chi ha ceduto agli umori dell’uno o dell’altro, chi si fa imporre linee e azioni senza trarre forza dal ruolo di rappresentanti dei cittadini. I cittadini votano e hanno il diritto di essere rappresentati con coraggio e libertà e non meritano di avere in Parlamento gente che pensa ai fatti suoi o al partito. Chi pensava alla “ditta” c’era già.
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Barbara Lezzi