Grillo vs Conte: finale scontato

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Abbiamo rivotato. Abbiamo vinto.
Mai come questa volta ho sentito e capito di essere dalla parte giusta e mai come questa volta la parte per cui tenevo, quella di Giuseppe Conte e di gran parte della comunità politica del Movimento 5 Stelle, è stata trasportata da un vento così forte che quasi quasi strappava le vele. Perché di vento si è trattato. Lo abbiamo sentito tutti, sulla rete, nelle chat, nei discorsi, nelle discussioni, quel vento, che via via ha assunto forza di tornado.
Quel vento ha lasciato le nostre vele intatte, mentre arrivavamo a destino sani, salvi e più forti che mai, ma ha distrutto quelle dei nemici, le loro intenzioni, le loro maldicenze, la loro proterva arroganza. Ha reso inutili le campagne d’odio fomentate da ex contiani convinti, fino alla prova contraria (che c’è stata e si è drammaticamente rivelata) e rese possibili dal livore che produce l’io quando si ritrova insoddisfatto, che produce la patologica ambizione quando viene delusa.
Perché in guerra (una guerra dichiarata da loro) non c’erano Conte e Grillo, ma neppure due idee di politica contrastanti, o due visioni diverse, no. In guerra c’erano aspettative deluse, ego patologici, “io” da una parte, mentre dall’altra c’erano visione, organizzazione, problem solving, rafforzamento, programmi, strategie, obiettivi e “noi”. Sì, da una parte l’io, dall’altra il noi, il desiderio di sentirsi comunità e di avere una bandiera comune.
Ha vinto tutto questo, hanno perso quelli che tutto questo volevano distruggere. Ha perso il carro funebre, l’individualismo e l’egoismo. Ha vinto la vita, la passione, la comunità.
Adesso a lavorare per cambiare il mondo.
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Giancarlo Selmi