DI GIOACCHINO MUSUMECI
Sottostimare gli elettori e celebrare funerali anzitempo è stata una pessima idea.
Gli iscritti hanno confermato quanto deciso durante la Costituente ripudiata da grillini recalcitranti. In un esercizio grottesco di superficialità i fondamentalisti del grillismo hanno ridotto un progetto politico chiaro al possesso di un simbolo. Per certo l’estremismo ideologico grillino non possiede connotati politici intelligenti, strattonare un brand tra conservatorismo ottuso e progressismo futuro non ha giovato al padre padrone né ai figli sottomessi.
Gli iscritti dunque non sono andati a funghi, al contrario ci hanno mandato volentieri Beppe Grillo. Da pagliaccio a feticcio santificato nelle redazioni è stato un attimo, ma ancor più comici i giornalisti che del voto richiesto da Grillo per clausole del vecchio statuto hanno fatto uno piscothriller scadente al servizio del garante bollito, icona del fallimento inevitabile di sé stesso. Ora che il disastro s’è consumato non v’è dubbio che i media guarderanno oltre il volto rarefatto del comico sfanculato…
Dunque benissimo ha fatto Conte a permettere che si ripetesse il voto si affinché non vi fosse alcun dubbio sulla genuinità del risultato. Il verdetto, come prevedibile più secco del precedente, depone una pietra tombale su ogni illazione e risuona come un ceffone a decaduti in cerca di audience. Da oggi il Movimento ha davanti a sé un futuro senza arcaiche e masochistiche limitazioni.
Ora però mi aspetto di vedere Grillo a bordo di un carro funebre da cui celebri la sua scomparsa, magari deliziando il pubblico con un panegirico da elevato bruscamente precipitato nella dimensione terrena. Una fine ingloriosa ma pienamente meritata per il garante dei valori insindacabili quando gli pare. Tra questi la democrazia diretta purché gli iscritti votino come desidera il vertice, oppure si ripete tutto d’accapo. Una vergogna senza precedenti.
Grillo si è imposto dopo il peggior tentativo di manipolazione nella storia del grillismo e porta a casa un “ciaone” che si sarebbe risparmiato se solo non volesse convincerci di essere invecchiato peggio di come appare.
In definitiva Grillo e il grillismo trapassati escono mortificati dal confronto con gli iscritti. Dopo lo sfanculamento bis all’ex garante non resta che ritirarsi in meditazione eterna, magari presso il grillino maximo Draghi a cui il Beppe furioso deve la rapida scomparsa da scenari che gli garantivano denaro e assistenza legale in cambio di insulti.
“Da domani pagati le spese legali Beppe, da che dovevi mandare tutti a casa, quello che se ne va sei proprio tu. Senza le tue garanzie non sarà reato posizionarsi in un area progressista di Sx, non sarà colpa guardare la storia del Movimento per non ripetere errori marchiani che invece avresti ripetuto ancora e poi ancora. Forse non capirò il presente quanto te ma so bene che farai nel prossimo futuro: ingrasserai le fila di coloro che avevi giurato dai palchi di voler combattere, proseguirai nella tua opera di ingannatore stroncata nel Movimento per volere degli iscritti. Se davvero capisci il presente come racconti- e ne dubito – trova una ragione per ciò che ti è appena capitato. E quando l’avrai capita, chiedi scusa agli iscritti che hai insultato obbligandoli a ripetersi per spiegarti che il Movimento è una comunità non una società privata che puoi chiudere come e quando ti pare.”
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Gioacchino Musumeci
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Vignetta in copertina di Marzio Mariani