Noam Chomsky: Le dieci regole

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

Il 7 dicembre 1928 nasce a Filadelfia, Pennsylvania, Noam Chomsky (Avram Noam Chomsky) uno degli intellettuali più influenti del XX e XXI secolo.
Sotto l’influenza del padre, studioso di lingua ebraica, sviluppa un interesse precoce per le lingue. Mostra subito anche una profonda sensibilità per le questioni sociali e politiche.
Si laurea in linguistica nel 1949 presso l’Università della Pennsylvania.
Chomsky rivoluziona lo studio della linguistica introducendo la teoria della grammatica generativa, un approccio che sostiene che la capacità di apprendere il linguaggio sia innata negli esseri umani. Il suo libro “Syntactic Structures” (1957) è considerato un’opera fondamentale, in cui introduce l’idea che tutte le lingue condividano principi comuni, noti come grammatica universale.
Oltre al lavoro accademico, Chomsky abbraccia l’attivismo politico. Dalla fine degli anni ’60, è un feroce critico della politica estera degli Stati Uniti, in particolare durante la guerra del Vietnam. Denuncia il ruolo degli Stati Uniti nei conflitti globali, il neoliberismo e il controllo dei media da parte delle élite politiche ed economiche.
Il suo libro “Manufacturing Consent” (1988), scritto insieme a Edward S. Herman, è l’opera con cui mette a nudo la corruzione dei media.
Chomsky ha elaborato una lista delle 10 strategie del controllo sociale: come il mainstream manipola l’opinione pubblica.
Eccole in estrema sintesi.
1. Strategia della distrazione. Deviare l’attenzione dai problemi reali attraverso un sovraccarico di distrazioni e informazioni inutili, impedendo così un accesso consapevole a conoscenze fondamentali.
2. Creare problemi e offrire soluzioni. Provocare problemi (come crisi economiche o violenza) per indurre il pubblico a richiedere soluzioni che limitano diritti e libertà.
3. Strategia della gradualità. Introdurre cambiamenti inaccettabili in modo graduale, così che vengano assimilati senza ribellioni.
4. Strategia del differire. Presentare sacrifici come necessari ma procrastinati, per favorire la loro accettazione futura.
5. Trattare il pubblico come bambini. Usare un linguaggio infantile per ridurre la capacità critica e facilitare la manipolazione.
6. Usare le emozioni più della razionalità. Sfruttare l’emotività per bypassare l’analisi critica e influenzare subconscio e comportamenti.
7. Mantenere il pubblico ignorante e mediocre. Offrire un’educazione di bassa qualità per impedire la comprensione dei meccanismi di controllo.
8. Promuovere la compiacenza nella mediocrità. Esaltare la stupidità e l’ignoranza come valori accettabili e desiderabili.
9. Rafforzare l’auto-colpevolezza. Far credere all’individuo che i suoi problemi dipendano solo da lui, scoraggiando la ribellione al sistema.
10. Conoscere gli individui meglio di loro stessi. Utilizzare le scienze per comprendere e manipolare il comportamento umano meglio di quanto l’individuo stesso sia in grado di fare.
“Per ottenere il controllo sociale è necessario portare il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.”
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Alfredo Facchini