DI ENNIO REMONDINO
Dalla redazione di REMOCONTRO –
Riarmo, parola che si rincorre da oltre due anni sulla bocca di esponenti governativi, alti gradi militari e analisti in tutte le nazioni d’Europa, da destra a quasi sinistra. In realtà, da molto tempo, incrementare la spesa per la nuova politica europea di Difesa anti russa molto aggressiva risulta essere, nei fatti, molto costoso, troppo.
Londra, grilletto americano-Nato in Europa
Londra spende più di ogni altra nazione europea per la Difesa e i suoi massimi esponenti militari hanno più volte azzardato che dovremmo prepararci per combattere -entro pochi anni!- una guerra contro la Russia. Ma il governo laburista anti Mosca come gli avversari conservatori, è costretto a fare i conti sui soldi in cassa. Che sono pochi, e con tendenza a diminuite. Sulla scia di Berlino, Parigi e della bugie di Roma.
Tagli all’inglese
Il governo laburista ha annunciato di voler ritirare dal servizio attivo 5 navi della Royal Navy, una trentina di elicotteri inclusi tutti i Puma (21 tra macchine in servizio e in riserva) e 14 dei CH-47 Chinook più vecchi, oltre ai 55 UAV da intelligence, sorveglianza e ricognizione Watchkeeper del British Army (12 in servizio attivo e 33 in riserva). Tagli importanti per arrivare a risparmiare “150 milioni di sterline nei prossimi due anni e fino a 500 milioni in cinque anni, risparmi che saranno interamente trattenuti dal Ministero della Difesa” ha detto il ministro John Healey intervenendo alla Camera dei Comuni. Si butta il troppo vecchio per qualcosa di nuovo, ma nessun “pareggio”.
La fatica di essere un ex impero
I tagli di due navi d’assalto anfibio, due fregate e le due navi rifornimento. Imbarcazioni da radiare perché antieconomico ripararne i danni strutturali. Qualcosa di altrettanto vecchio ancora rimane, ma col trucco. Due altri navi d’assalto anfibie, restano, ma ferme nei porti. “Mantenerle in linea oggi costa 9 milioni di sterline all’anno”. Dei 14 elicotteri Chinook, alcuni avevano più di 35 anni mentre le due petroliere classe Wave non erano state in mare “per anni” e in fase di dismissione, insieme a 17 elicotteri Puma, “alcuni con oltre 50 anni di volo” sulle pale. Altro ancora “muore giovale”. Gli UAV Thales Watchkeeper WK450, sviluppo dell’israeliano Hermer 450, costati circa 5 milioni di sterline ciascuno e in servizio da un decennio, radiati perché afflitti da problemi tecnici e definiti di fatto obsoleti.
Lesina equipaggi
Le radiazioni consentiranno di redistribuire gli equipaggi sulle altre unità della Royal Navy che soffre da tempo di forte carenza di personale (come molte forze navali e non solo navali occidentali): non a caso Healey ha precisato che nessun marinaio perderà il lavoro a causa della radiazione delle due navi. “Per troppo tempo i nostri soldati, marinai e aviatori sono rimasti bloccati con attrezzature vecchie e obsolete perché i ministri non volevano prendere le difficili decisioni di smantellarle”, ha detto nuovo ministro nrò fare cassa. Healey ha assicurato ai parlamentari che queste decisioni di dismissione sono state prese in stretta consultazione con i capi delle forze armate e sono in linea con l’attuale Strategic Defence Review.
Anche per la guerra, rapporto “qualità prezzo”
“Un miglior rapporto qualità-prezzo per i contribuenti e risultati migliori per le forze armate”. Ma per i deputati conservatori, in questo modo si riducono le capacità militari del Regno Unito in un momento di forte instabilità internazionale, in primo luogo per il conflitto in Ucraina. Il ministro della Difesa ombra, James Cartlidge, ha affermato che non solo il premier laburista non ha indicato i tempi certi per portare come promesso le spese militari al 2,5% del Pil ma si sta concentrando invece sui tagli alle forze armate. Replica del ministro delle Finanze (il Cancelliere dello Scacchiere Rachel Reeves), che rinfgaccia ai conservatori il “buco di 22 miliardi di sterline” lasciato in eredità.
E i Royal Marines?
Quale impatto avrà tutto questo sull’efficacia operativa dei Royal Marines? Le critiche dell’ex ministro della Difesa. La nave di supporto multiruolo (MRSS), è destinata a colmare il divario, ma ci vorranno almeno otto o nove anni. Tempi lunghi in cui evitare guerre. Il nuovo contratto per l’elicottero medio non dovrebbe essere assegnato prima dell’anno prossimo e sarà operativo non prima del prossimo decennio. Le navi di supporto multiruolo non dovrebbero entrare in servizio prima del 2033 con problemi per i Royal Marines. “La decisione di dismettere queste navi fa parte di un programma di riforma più ampio, volto ad affrontare una terribile eredità di finanze e capacità di difesa”, ha ribattuto Healey.
Valutazioni oltre le polemiche politiche
Le forze militari di Londra, già ridotte al lumicino in termini numerici (gli organici non sono mai stati così limitati dall’epoca delle guerre napoleoniche), disporranno per diversi anni di uno scarso numero di elicotteri mentre i Royal Marines perderanno le navi con cui attuare proiezioni anfibie. Non si tratta quindi solo di meno mezzi ma anche della perdita di capacità d’intervento in ogni area del mondo bagnata dal mare. Forse anche la molta/troppa Ucraina ha avuto il suo peso -3 miliardi di sterline all’anno-, nei tagli oggi diventati necessari.
Alternative sul dopo?
Il Ministero della Difesa ha fornito proiezioni dettagliate del bilancio per i prossimi due anni finanziari. Per il 2024-25, “la spesa totale per la difesa dovrebbe essere di 64,4 miliardi di sterline, pari al 2,29% del PIL. Questa cifra salirà a 67,7 miliardi di sterline nel 2025-26, ovvero il 2,30% del PIL”. Il ministero ha poi aggiunto che escludendo la spesa relativa all’Ucraina (3 miliardi di sterline all’anno), “le cifre si adeguano a 61,4 miliardi di sterline per il 2024-25 e 64,7 miliardi di sterline per il 2025-26, che corrispondono rispettivamente al 2,18% e al 2,19% del PIL”.
Portaerei e sottomarini
Il Bilancio della Difesa britannico nel 2023 è stato di 58,5 miliardi di sterline con inflazione, rincari subiti da tutti i materiali acquisiti per la Difesa, dalle munizioni all’acciaio, tenuto conto che Londra deve sostenere anche i costi di due grandi portaerei, dell’arsenale nucleare imbarcato e sta rinnovando la flotta di sottomarini strategici. La realtà è che in tutte le nazioni europee non vi sono oggi le condizioni economiche né politiche per un riarmo esteso, non almeno nella misura che molti auspicano o esaltano per far fronte alla minaccia russa che a parere di alcuni incombe sull’Europa.
Tra “burro o cannoni”
“Lo storico problema ‘burro e cannoni’, sottolinea Analisi Difesa. Di fronte di una crisi energetica e industriale che sta minando le basi economiche del Vecchio Continente e che le opinioni pubbliche attribuiscono in maniera crescente agli errori nella guerra in Ucraina e nel confronto con la Russia, i governi che puntano sui “cannoni” a scapito del “burro” devono già oggi fare i conti con il proprio elettorato.”
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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di
10 Dicembre 2024