Concordato: un fallimento completo e assoluto

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Dopo quello dell’Albania, oggi certifichiamo, definitivamente, il fallimento del concordato.
Una misura – per chi non lo sapesse – che in soldoni funziona così: “tu per il prossimo anno prometti di pagare X al fisco; se guadagni di più, noi ci giriamo dall’altra parte e ti lasciamo evadere. Siamo a un passo prima della corruzione”.
Nonostante proroghe su proroghe, ha aderito solo il 17% degli interessati. Neppure un quarto del totale.
Del milione e mezzo di contribuenti considerati inaffidabili, incluso chi ha un indice sintetico di affidabilità fiscale di 1 o 2 (e qui siamo metaforicamente al livello di gente che armata di lupara si apposta lungo le strade e ti deruba), ha aderito solo il 5,7%.
Un fallimento completo e assoluto.
Io spero che con il de profundis di questo concordato venga anche quello del “fisco amico” di chi ruba alla collettività.
Perché semmai ce ne fosse stato bisogno, la prova provata della sua inutilità è in questo flop colossale, che dimostra una cosa semplicissima: “agli evasori incalliti puoi proporre concordati, paci, tregue e armistizi, ma quelli continueranno a rubare”.
Il tizio con la Jaguar che da anni campa parassitariamente a spese di tutti dichiarando 15mila euro l’anno e guadagnandone 200mila non vuole concordare nulla se non il prossimo bottino.
Il ceto medio non lo aiuti quindi consentendo ai briganti di continuare a rubare e chiedendo loro una piccola parte del maltolto: lo aiuti facendo pagare a tutti il dovuto.
Semplice.
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Leonardo Cecchi