DI GIOACCHINO MUSUMECI
Tra i vari miracoli di Giorgia Meloni passati in cavalleria c’è n’è uno davvero interessante sulle connessioni internet in rame, cioè quelle più lente ed estremamente comuni nelle periferie.
Per esempio nel quartiere di Tor bella Monaca a Roma la fibra si ferma molto prima di arrivare negli appartamenti o esercizi commerciali. Tuttavia cittadini ed esercenti pagano per la connessione veloce o velocissima che non possiedono e che figura nei contratti di utenza.
Da un governo per tutti i cittadini e lavoratori, e non solo evasori da “premiare” o ministri da coccolare con migliaia di euro in più al mese, ci si aspetterebbe interventi normativi che obblighino i distributori di servizi telefonici a rinnovare le connessioni, e di tasca loro, in virtù di quella transizione verso la digitalizzazione che il PNRR avrebbe dovuto favorire per velocizzare servizi dai costi molto salati e migliorare, si fa per dire, la qualità di vita del cittadino.
Invece dal Governo dei miracoli che equipara tasse a estorsioni arriva una tassa sulle connessioni in rame, le peggiori. Dal primo Gennaio 2025 oltre il danno della connessione lenta il cittadino dovrà pagare un sovrapprezzo del 10% in bolletta.
Considerato che nessun emendamento è scritto per caso, mi sono chiesto chi avrebbe tratto particolari vantaggi dall’ennesima mannaia sulla tasche di milioni di cittadini, compresi i patrioti ignari e gaudenti.
Non c’è voluto molto per scoprire che l’emendamento del governo consiste in uno spudorato aiuto di stato indirizzato specificamente a Telecom, (le cui infrastrutture sono state acquisite dalla società americana KKR), l’unica azienda che nel territorio nazionale possiede milioni di km di cavi in rame. Considerati i tempi necessari per portare a compimento il progetto di transizione alla fibra (il Switch off non sarà definitivo prima del 2036), l’iniziativa del governo si traduce in un regalo miliardario protratto per oltre un decennio a Telecom e KKR, e contestualmente in un gravissimo danno per almeno 14 milioni di utenti con connessioni miste fibra rame e 3,3 milioni di utenti ancora con la vecchissima connessione in rame.
Nella logica del sovranismo farlocco al servizio del liberismo sfrenato, i costi dell’innovazione tecnologica che dovrebbero sostenere le imprese sono spalmati sui cittadini come le accise che Meloni propagandava di abolire.
Con questo ulteriore regalo agli amici americani oltre lo zerbinaggio sui temi di politica estera non stupisce che New York Time definisca Giorgia Meloni ponte tra leadership europea e americana.
L’argomento, visto il riflesso negativo su milioni di famiglie ed esercenti di aree metropolitane e piccoli centri svantaggiati disseminati sul territorio nazionale, potrebbe essere un ottimo spunto per le opposizioni ma che dire, ne parlo io inutilmente e si fa prima.
Nel frattempo Hello America!
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Gioacchino Musumeci