A teatro con Zelensky

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

P. F Pennati

Chi si sta illudendo che Zelensky si stia in qualche modo arrendendo si dovrà ricredere, sta solo recitando un copione, in fondo il suo mestiere di vocazione è quello di attore e non certo di generale o capo di governo.

La situazione è chiara e non ha mai detto che non può vincere la guerra contro la Russia, ma solo che non ha i mezzi per recuperare i territori persi da solo, atto primo dell’ultima farsa in scena, infatti, come risposta, nessun nostro dirigente UE ha allargato le braccia ed al contrario sono stati stanziati immediatamente altri 33 miliardi di “aiuti” in armi per l’Ucraina che “non deve perdere la guerra”.

Subito dopo, a rincalzo, il nuovo piano di Zelensky in sette punti per il “dopo” guerra, ovvero:

1 – invito dell’Ucraina nella NATO;

2 – adesione di Kiev all’Ue;

3 – potenziamenti delle linee di difesa ucraine con armi e sistemi di difesa aerei;

4 – maggiori investimenti nelle armi in Ucraina;

5 – nuove sanzioni alla Russia affinché non riesca a rafforzarsi;

6 – utilizzo dei beni russi congelati per sostenere gli sforzi di pace;

7 – ricostruzione di scuole, ospedali, infrastrutture energetiche nel Paese per garantire una vita normale agli ucraini.

Quindi, dato che proprio l’adesione ucraina alla NATO e la presenza di armi e truppe straniere ha scatenato la guerra, quanto proposto dal teatrino Zelensky UE, in altre parole, significa proporre di ricominciare daccapo ed il tutto, come sempre, a spese nostre e senza nemmeno più gli USA alle spalle.

Se a questo aggiungiamo che proprio ieri Trump ha detto che l’Europa dovrà raddoppiare le importazioni dagli USA pena ulteriori dazi ed embarghi verso di noi possiamo considerare che i nostri governanti appartengano, a scelta, alla categoria degli ingenui o dei farabutti, ma, in ogni caso, a rimetterci sono i loro cittadini, dato che le carriere degli alti politici finiscono sempre in pensionamenti dorati…

Ma, già, tutto questo sarebbe incomprensibile se non si considerano i veri obiettivi dell’operazione Ucraina che non è nemmeno uno stato membro europeo e meno ancora uno stato dai “valori europei” come detto dal suo leader in videoconferenza con il consiglio UE, dato che proprio in Ucraina è nata tutta la cultura russa che noi conosciamo, e allora cosa muove la nostra politica?

Presto detto, da quando sotto i campi di grano del Donbass e del Lugansk, i territori contesi, è stato scoperto gas e terre rare si è scatenato l’inferno, prima con il ribaltone dal governo filo russo a quello filo europeo, poi con l’inserimento della adesione alla NATO in costituzione proprio con Zelensky ed ora alla guerra con la Russia che non può finire con una perdita secca delle nostre banche, qualcuno dovrà pagare e se non saranno le risorse ucraine saremo noi europei, come Trump sta organizzando.

Proprio Van der Leyen ha affermato “Finora l’Europa ha fornito all’Ucraina quasi 130 miliardi di euro e abbiamo consegnato più armi a Kiev di quante ne abbiano inviato gli Stati Uniti d’America”, precisando ben il 47% contro il 40% degli americani.

A parte che queste percentuali (l’87% in totale) contrasta con l’ultima dichiarazione del segretario generale della NATO, Mark Rutte, per il quale il 98% delle armi a Kiev sarebbe arrivato dai Paesi membri del patto atlantico, ma anche se fossero “solo” 130 miliardi di euro spesi, chi dovrebbe ripianare i debiti con le banche che li hanno prestati se non gli Stati che li hanno donati, ovvero i loro cittadini?

Ecco quindi che per non perdere la faccia ed il denaro va in scena il teatro Zelensky, van der Leyen & Co.: venghino, signori, venghino, lo spettacolo non è ancora finito e c’è posto per tutti.

È ovvio che il manipolato non sa di esserlo, quindi, se non credete a me, credete almeno a Noam Chomsky: https://www.dedaloinvest.com/…/le-10-regole-di-chomsky

Pierluigi Ferdinando Pennati