DI ENNIO REMONDINO
Dalla redazione di REMOCONTRO –
I primi ad esserne stupiti siamo noi di Remocontro che non sapevamo d’essere diventati oggetto di studio. Facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione, Corso di laurea in Scienze politiche e Relazioni Internazionali: l’autrice Noemi Silvaggi, relatori e in quanto docenti ‘più colpevoli’ –se volete-, Monica Masutti e Alberto Bobbio che –confesso-, è valoroso collega e amico che nulla mi aveva detto prima della pubblicazione dello studio universitario.
Il racconto dei media mainstream
“Lo studio parte correttamente dalle definizioni. «‘Media mainstream’, tutti quei mezzi di comunicazione tradizionali (giornali, radio, canali televisivi) che riescono a raggiungere un’ampia diffusione nella società all’interno della quale operano. Per ottenere una tale diffusione i media mainstream generalmente si mantengono su posizioni centriste e moderate per incontrare il favore della maggioranza del pubblico non politicamente schierato».”
Testate e digitale sotto esame
Avvenire, il manifesto, e tre ‘non- mainstream’ digitali. «Oggi il mezzo digitale ha un forte predominio sui mezzi tradizionali e ha ridimensionato la posizione detenuta da questi, che continuano comunque a mantenere un ruolo estremamente rilevante». I tre ‘non- mainstream’ digitali. Primo, Anbamed, un’associazione creata nel 2021 da Farid Adly e che, dal 2022, è nell’elenco delle testate giornalistiche. Il nome deriva dall’unione di anba, “notizie” in lingua araba, l’interesse prioritario per le notizie sul mondo arabo, e med, la prima sillaba di Mediterraneo, circoscrivendo l’area di cui si occupa. Poi, “Remocontro, la virtù del dubbio”, e infine, “Invisible Arabs”
“Remocontro. La virtù del dubbio” (e non mettiamo mano salvo accorciare)
‘Remocontro. La virtù del dubbio’ è un blog che viene aggiornato ogni giorno con almeno tre pezzi. Gli articoli trattati spaziano dalle analisi geopolitiche a notizie provenienti da tutto il mondo, a seconda dei fenomeni più rilevanti o interessanti. Il fondatore del sito è Ennio Remondino, ex-giornalista d’inchiesta e inviato speciale in varie zone calde per la Rai, tra cui Balcani e Medio Oriente. Collaborano inoltre al sito altri giornalisti, scrittori, professori o appassionati. I servizi offerti vanno dalla newsletter, gratuita per tutti gli interessati che vogliono iscrivervisi, fino ad arrivare agli articoli di approfondimento riguardanti notizie di politica estera e non solo.
Newsletter 8 ottobre 2023, Piero Orteca
La newsletter di Remocontro dell’otto ottobre di quest’anno ci offre i tre articoli di maggiore successo del momento. Oltre un articolo sulle banche dal tema economico, gli altri due articoli hanno come tema principale Israele. Il primo dei due, scritto da Piero Orteca, parla della situazione interna ad Israele e sulla stabilità, o presunta tale, del governo Netanyahu. Ortega racconta il ruolo, probabilmente cruciale, che potrebbe giocare il piccolo partito di destra ‘Nuova speranza’, per la maggioranza parlamentare a sostegno del governo. A capo di questo piccolo gruppo parlamentare, che conta meno di dieci deputati, c’è Sa’ar, che vanta una lunga carriera di cambiamenti nelle alleanze politiche, in modo da poter approfittare delle opportunità che gli si presentano. Di questo è accusato anche dal partito nazionale, il suo precedente alleato. Probabilmente, con l‘ingresso di Sa’ar nel gabinetto presidenziale, la guerra andrà avanti, in modo da poter rimandare sia il processo che grava sulle spalle di Netanyahu sia le prossime elezioni. L’unica strada che resta al governo è cercare di ottenere il controllo delle agenzie di sicurezza, in modo da poterne eliminare l’indipendenza. Tali problemi interni al governo israeliano non ci vengono presentati dai media mainstream, per non minarne ulteriormente la tenuta.
L’autodescrizione del sito
“(La descrizione che il sito stesso fa di sé è infatti “sito aperto sui fatti del mondo, politica estera, analisi e geopolitica (con qualche attenzione anche italiana)’, coordinato da Ennio Remondino, già inviato speciale del Tg1, giornalista d’inchiesta, poi operativo su diversi fronti di guerra e corrispondente estero Rai per ’l’Europa centro sudorientale’, dalle sedi a Belgrado, Gerusalemme, Berlino e Istanbul”).”
Il giornalista israeliano Meron Rapoport
Il secondo articolo, invece, affronta un argomento ugualmente sconosciuto ai media mainstream, che invece è vitale per poter comprendere al meglio l’avvenire di Israele e dell’intera regione: l’assuefazione del popolo e della politica israeliana alla violenza. L‘articolo, -«Israele in guerra anche nella feroce trincea politica di casa»-, è del giornalista israeliano Meron Rapoport per il magazine d‘inchiesta ‘+972mag’ e Remocontro lo propone tradotto in italiano. Rapoport è cronista molto conosciuto e stimato in Medio Oriente per le sue inchieste giornalistiche e per la sua posizione a favore della creazione di un unico Stato, senza divisioni tra palestinesi ed israeliani, proprio per evitare altre violenze. Nella metà occidentale del mondo, tuttavia, Rapoport non risulta godere della stessa celebrità. Con la sua posizione contraria all’operazione militare decisa dal governo, tuttavia, il giornalista ha attratto a sé numerose critiche.
Il magazine d‘inchiesta ‘+972mag’
Rapoport è famoso per le sue investigazioni sul sistema Lavender, il trattamento delle vittime palestinese come statistiche, riducendone la drammaticità in perfetto stile news management. Altre inchieste di Rapoport riguardano le operazioni di spionaggio, illegali, portate avanti dal Mossad verso i membri della Corte Penale Internazionale de l’Aja. Questa sua posizione non intende minimamente giustificare l’attacco di Hamas del sette ottobre, ma semplicemente cerca di integrare tutti gli elementi a disposizione per avere un racconto il più completo possibile. A sottolineare questo suo pensiero, Rapoport critica Al Jazeera, che invece presenta un racconto in cui sembra scusare ad Hamas azioni impossibili da giustificare, seppur riconosce alla testata il merito di portare avanti una visione più clemente di Israele rispetto alla visione della Palestina presente nelle testate israeliane. Il racconto di Rapoport non riceve dai mezzi di comunicazione di massa italiani, o occidentali, alcuna copertura mediatica, che anzi lo ignorano.
Ennio Remondino quando riesce a scrivere
Con la comunità internazionale e gruppi di pressione israeliani che chiedono la fine delle ostilità ed un piano concreto per la liberazione degli ostaggi, Netanyahu e il governo si trovano sempre più isolati, come dimostrato dalle richieste di una tregua dell’Assemblea ONU. Gli stessi Stati Uniti si trovano, a causa della loro vicinanza e del costante supporto offerto ad Israele, in una posizione particolarmente delicata. La politica americana circa Israele e la Palestina con Trump prima e Biden poi è cambiata rispetto a quella di George W. Bush padre, che praticamente impose ad un riottoso Yitzhak Shamir, primo ministro ed esponente conservatore del Likud, la conferenza di pace di Madrid e minacciò Tel Aviv di tagliare gli aiuti economici americani se non avesse sospeso la costruzione di colonie ebraiche in Cisgiordania e negli altri Territori occupati, avvisando che ”per ogni mattone posato, un dollaro in meno”. Ora i presidenti sembrano accondiscendere le violazioni del diritto messe in atto dallo Stato israeliano.
Macroaree tematiche
Remocontro offre al suo interno varie sezioni riguardanti macroaree tematiche e spaziali che facilitano il lettore nella ricerca di articoli di suo interesse. Tra le macroaree tematiche troviamo ad esempio la sezione riguardante la geopolitica, l’ambiente, le religioni o anche l’economia, mentre tra le macroaree spaziali ci sono articoli focalizzati sull’Europa, Africa e così via per tutti i continenti. Tra queste sezioni ne troviamo anche una dedicata alle vicende riguardanti lo spionaggio internazionale. In questa si trova l’articolo di Alberto Negri riguardante lo spionaggio israeliano in Italia. La questione di cui parla Negri lega la società italiana Eni ad agenti del Mossad israeliano: tra le due associazioni sarebbero state scambiate informazioni in cambio di gas israelo-palestinese e petrolio iraniano. Se infatti all’Iran sarebbe teoricamente vietato commerciare e vendere il proprio petrolio, grazie alla vendita di questo a Paesi amici di Israele, come ad esempio l’Azerbaijan, Israele riesce ad appropriarsene e a farlo arrivare anche in Europa. Per quanto riguarda i giacimenti di gas israeliani e palestinesi, questi sono attualmente tutti sotto il controllo di Israele, che se ne serve esclusivamente, privando la Palestina della sua quota sugli stessi.
Media mainstream distratti
Tale informazione cruciale non riesce a raggiungere i media mainstream ed è consultabile solo in determinati blog o giornali non-mainstream, portando molti a ignorare notizie estremamente rilevanti e che influiscono sulla nostra vita di tutti i giorni. Un altro articolo presente sul sito, scritto da Giovanni Punzo, si trova nella sezione ‘C’era una volta…’, pezzi che approfondiscono il presente parlando della storia. L’articolo di Punzo effettua un excursus sui crimini di guerra e sul trattamento di categorie particolarmente sensibili di prigionieri: tra gli esempi riportati troviamo il trattamento riservato dai nazisti ai comandanti sovietici, ma anche il trattamento delle popolazioni locali sotto il protettorato italiano in Jugoslavia. Si intende quindi sottolineare come quello che stiamo vedendo oggi in Palestina non sia nulla di sconvolgente o particolarmente nuovo, senza però sminuirne l’atrocità. Le notizie presenti sul sito sono assolutamente inedite se le confrontiamo alle notizie presenti nei media mainstream.
“Lo stesso nome del sito ci dà un primo indizio della linea seguita: Remocontro è un palese riferimento alla posizione anticonformista del blog, che quindi non si accoda all’interpretazione più popolare dei fatti data dai media tradizionali, ma porta avanti una propria narrazione dei fatti, indipendente da altre influenze esterne.”
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Ennio Remondino dalla redazione di
20 Dicembre 2024