DI ALFREDO FACCHINI
27 dicembre 2008.
A mezzanotte del 27 dicembre, i caccia dei terroristi di Tel Aviv sganciano tonnellate di bombe su Gaza.
200 morti sul colpo.
Inizia l’operazione “Piombo fuso”.
Il 3 gennaio parte anche l’invasione di terra con spruzzate di fosforo bianco. Israele annuncia un cessate il fuoco unilaterale e il ritiro delle sue truppe il 21 gennaio 2009.
Alle spalle si lascia una scia di sangue. Il bilancio complessivo sarà di oltre 1.400 palestinesi assassinati, 410 bambini, 5300 feriti e 80 mila sfollati.
Danni materiali alle infrastrutture, con edifici distrutti, ospedali colpiti e una crisi umanitaria aggravata dal blocco già in corso.
“Piombo fuso” negli anni successivi viene replicato: nel novembre 2012 con l’operazione “colonna di Nuvola” (160 morti e oltre 1.200 feriti) e nel luglio-agosto 2014 con “Margine protettivo” (bilancio mostruoso: oltre 2.200 morti e più di 11.000 persone ferite, 100.000 senza una casa).
Non è finita.
Maggio 2021. “Operazione guardiano delle mura”, bilancio: 260 palestinesi uccisi, la metà donne e bambini.
Distruzione di edifici simbolici, fra cui la torre Al-Jalaa, che ospitava gli uffici di importanti media internazionali come Associated Press e Al Jazeera.
Agosto 2022 “Operazione alba rompente”: raid aerei con 40 morti.
Dal 2000, Israele ha condotto almeno 11 interventi militari contro i palestinesi, principalmente a Gaza. Questi interventi hanno avuto un impatto devastante sulla popolazione palestinese e sono stati accompagnati da accuse di crimini di guerra cadute nel nulla. Come sempre.
In quattro operazioni militari lo Stato terrorista di Israele ha ucciso almeno 4.000 palestinesi. Quattro volte i morti israeliani del 7 ottobre.
Senza contare i 3.800 morti della seconda Intifada (2000-2005).
No, non è iniziato tutto il 7 ottobre.
(da imparare a memoria …).
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Alfredo Facchini