Trump e i dazi…

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Trump ha ridetto che il suo primo atto saranno i famosi dazi.
Per noi, in Europa, sarà un’ecatombe come non si vedeva dalla crisi del 2007-2008 e provo a raccontarlo nella maniera più semplice possibile.
Sarà un disastro epocale non solo per i dazi in se, ma perché quel singolo provvedimento metterà in moto una serie di eventi a catena devastanti.
Il primo sarà ovviamente una nostra riduzione dell’export. Con dazi al 20% come paventa, su un’economia come la nostra sarà una sonora bastonata.
Ma il problema sarà un altro per noi: la Cina.
Qui Trump ha detto che metterà dazi fino al 100% (una roba da Ottocento). Su un Paese che ha scambi con gli USA per quasi 500 miliardi e che negli ultimi mesi ha detto di voler rilanciare l’economia, quindi aumentare la produzione (e conseguentemente l’offerta di prodotti sul mercato).
Quando la Cina non potrà più esportare quella massa, enorme, di prodotti verso gli USA, avrà due scelte: tenersi i magazzini strapieni o abbassare ulteriormente i prezzi e rovesciare quella merce nel resto del mondo e in particolare in Europa, il mercato più ricco.
Ovviamente sceglierà la seconda strada, inondando (ripeto: inondando, parliamo di 500 miliardi) il nostro mercato di prodotti a bassissimo costo che faranno concorrenza ai nostri, mandando ulteriormente in crisi la nostra economia.
In più, mentre Trump prenderà per un orecchio la FED (la banca centrale USA) e indebolirà il dollaro per aumentare l’export, l’euro continuerà invece a rafforzarsi (no, non è una bella cosa) perché la nostra Banca centrale è guidata da gente che vede l’aumento di moneta come il male assoluto e se gli parli di quantitative easing (modo immettere moneta nel sistema = svalutarla e renderla più debole) si mette a urlare. Tradotto: con un euro forte, che vale molto più di altre monete, sarà sempre più facile importare e sempre più difficile esportare. In un’Europa in crisi economica e su cui un Paese che rappresenta mezzo continente intende rovesciare centinaia di miliardi di prodotti a prezzi irrisori.
Siamo tra due fuochi.
E qui c’è chi festeggia non capendo che è tutto sulla nostra pelle.
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Leonardo Cecchi