DI MARIO IMBIMBO
Un professore, che insegna all’Istituto Antonietti di Isea camminava tranquillamente per strada quando è stato avvicinato da un gruppetto di ragazzi. Uno di questi lo chiama per nome. “Sapeva chi fossi perché non solo mi ha chiamato prof, ma ha anche fatto il mio cognome. Inizialmente, pensavo fossero dei miei ex alunni, ma non era così”.
Questo il suo racconto lasciato alla stampa. Poi la domanda su Benito Mussolini e sul regime fascista. “Lui sosteneva che in quel periodo con il Duce le cose andassero meglio. Io gli ho spiegato che non era così, che a scuola si insegnavano le leggi razziali, che non c’era libertà di pensiero e che se aiutavi un partigiano venivi fucilato. A quel punto, visibilmente contrariato, ha iniziato a insultarmi e poco dopo mi ha riempito di pugni”.
Il professore per fortuna è riuscito a testimoniare l’aggressione subita con un video e denunciare. I militari dell’Arma, ora, stanno indagando sull’accaduto e lavorando per identificare i responsabili dell’aggressione. Aggressori che sapevano chi fosse la vittima.
Un mio collega reo unicamente, probabilmente, di aver fatto una normalissima lezione sul fascismo, raccontandone tutte le nefandezze, davanti a qualche studente con idee non proprio antifasciste, che deve aver parlato con qualche amico più grande sicuramente fascista che ha ben pensato di prenderlo a pugni.
Ci rendiamo conto di dove siamo arrivati?
Ci rendiamo lontanamente conto?!? Stiamo risprofondando nelle fogne della storia senza la minima consapevolezza e senza il minimo allarme.
Sarebbe il caso di darci una Sveglia!!
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Mario Imbimbo