DI GIOACCHINO MUSUMECI
A parte la rima nel titolo, Gianni mio, mi associo al dolore espresso da Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriera del partito radicale, siamo sconcertati per le truci iniziative dei magistrati : “anche volendo– dichiarano i radicali- è impossibile non vedere spropositata la misura del carcere inflitta a Gianni Alemanno, guarda caso nella notte del 31 dicembre.”
Ragazzi siete impazziti?
Il 31 Dicembre non si arresta nessuno perché è festa. Ogni detenuto se arrestato deve tornare a casa e casomai un delinquente fosse colto in flagrante, come nel caso di Alemanno, non si deve arrestare! Ma che Repubblica è quella in cui si arrestano i colpevoli a capodanno.
Cheppoi, come chiede la Ministra Santanché, dov’è finito, scusate, il rispetto per chi commette reati, soprattutto quando truffatore dell’Inps.
La magistratura, non c’è alcun dubbio, ha perso l’etichetta, fanno bene i radicali a sostenere che “è necessario che i parlamentari della Repubblica, per esempio Pozzolo mentre spara al cenone di capodanno, intervengano con urgenza per riformare una giustizia che produce solo ingiustizia e che fa sempre più paura ai cittadini.” E hanno ragione! La magistratura che assolve Salveeny produce ingiustizia e fa paura ai cittadeeny. Ma sto scherzando dai!
“Occorre adottare– sostengono ancora i radicali “tutte le misure necessarie volte a disinnescare la bomba ad orologeria che apprendisti artificieri della ‘certezza della pena’ hanno da tempo dolosamente innescato”.
Mettiamo da parte l’ironia e vediamo quanto stanno fuori i cari Turco e Testa addolorati per l’arresto di Alemanno.
I due parlano di “apprendisti artificieri della certezza della pena”. Ecco si dà il caso che gli “apprendisti artificieri”, il 31 dicembre abbiano convalidato 146 arresti per l’operato delle forze dell’ordine impegnate alla faccia di chi si divertiva al cenone perché purtroppo vengono commessi reati ogni giorno e a ogni ora. Non ci si ferma a capodanno, e qualcuno deve garantire l’ordine pubblico contro chi viola le norme scritte dai legislatori.
Di questi 146 arresti i garantisti dei colletti bianchi ne pescano solo uno, quello di Gianni Alemanno, che peraltro scontava una regolare condanna. Quindi la certezza della pena era più che verificata. A questo aggiungerei che la giustizia è stata chiamata ad operare per le inadempienze del condannato che ha disatteso tutti gli imperativi contenuti nel dispositivo dei magistrati. Dunque forse la giustizia non fa troppa paura; soprattutto a chi l’ingiustizia se la procura da sé preferendo incontrare pregiudicati piuttosto che svolgere i lavori socialmente utili nella comunità per madri maltrattate di Suor Paola D’auria.
Dipingere la giustizia come un mostro quando al condannato sono state risparmiate le sbarre è un po’ troppo anche per i radicali, meno canne per favore. Prima di esortare i parlamentari a intervenire per ostacolare i magistrati, se ancora gli ostacoli non bastassero, bisognerebbe esortare i condannati a rispettare le sentenze. In alternativa si potrebbe tacere. Non è la giustizia a spaventare i cittadini che anzi ne avrebbero assoluto bisogno. A spaventare è il politico che in nome dalla paradossale giustizia per la casta ovvero ingiustizia sociale, assolve politici colpevoli e condanna magistrati che fanno il loro lavoro anche il 31 Dicembre.
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Gioacchino Musumeci