3 Gennaio 1925, cent’anni fa Mussolini instaurò la feroce dittatura fascista

DI RAFFAELE VESCERA

 

“Il terzo giorno del nuovo anno, messo alle corde dall’esigua opposizione parlamentare ancora fiduciosa del gioco democratico, Mussolini passò sfrontatamente alla controffensiva.”

“Pronunciò un durissimo discorso alla Camera, assumendosi le responsabilità politiche e morali del delitto e annunciando la promulgazione di leggi liberticide che avrebbero messo fine alle garanzie costituzionali ponendo fine a tutti i diritti politici e civili.
Partiti politici d’opposizione, giornali dissenzienti, intellettuali critici e cittadini scettici sarebbero stati trattati quali sovversivi nemici della patria e resi inoffensivi. Cancellata la Costituzione, il semplice dubbio sulla bontà del governo fascista sarebbe stato considerato quale atto di disfattismo.
Cominciò così il lungo inverno della giustizia e del Paese.
Per salvare gli assassini di Matteotti, si scatenò la cagnara di stampa contro il ministro della Giustizia Oviglio, accusato di essere un massone e un falso fascista, incapace di fermare i giudici socialisti che mettevano alla sbarra l’intero partito, arrecandogli un enorme danno d’immagine. Oviglio fu costretto a dimettersi per essere sostituito con il più duro Alfredo Rocco, il quale fece immediato ricorso ai provvedimenti repressivi voluti da Mussolini. Il regime stava preparando la sostanza velenosa da far ingoiare a chi s’era battuto con sacrificio per far condannare i colpevoli, e a tutti coloro che credevano nella giustizia.”
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Raffaele Vescera
(dal romanzo di Raffaele Vescera “Il giudice e Mussolini”)