DI GIANCARLO SELMI
È tutto in quella immagine
La “presidento” del consiglio dei ministri di uno dei paesi del G7, rintanata in un angolo, poggiata a una balaustra nel sublime e coraggioso atto di non farsi curare neppure di striscio.
Un atteggiamento in mezzo fra quello di una majorette entrata negli spogliatoi della squadra e una cameriera (con tutto il rispetto per una categoria che mi è particolarmente cara), invitata alla festa del padrone.
Un’immagine triste che però ha la potenza della verità. E che rivaluta le capacità acquisite dalla presidento nel suo corso di studi: la capacità di essere servile con un cliente o il padrone dell’hotel. Ma che dà la cifra di quanto conti, nel mondo, il nostro governo e, quindi, il nostro Paese. Un paese ridotto a gioire e accontentarsi di un paio di indici (intesi come dita) del suo padrone, sulla testa di chi lo rappresenta, come a dire: “è lei la tipa”, per poi essere abbandonati in disparte, con il sorriso di chi ha toccato il sole, appoggiati tristemente a una balaustra.
Gli iraniani liberano la Sala. Non sappiamo quanto abbia inciso il viaggio da Trump della presidento. Sappiamo però, per certo, che qualcosa, più prima che poi, pagheremo. Il sovranismo all’amatriciana di questi che ci governano, oltre a cedere (regalando) ogni giorno pezzi di sovranità, sta presentando il conto. Un conto sempre più salato.
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Giancarlo Selmi