Dal Canada alla Groenlandia arriva il Padrone del mondo

DI ENNIO REMONDINO

 

Il presidente eletto americano Donald Trump ha pubblicato su Truth una mappa in cui il Canada fa parte degli Stati Uniti, ribadendo le mire espansionistiche rilanciate più volte negli ultimi giorni nei confronti del vicino, così come della Groenlandia e del Canale di Panama. La foto, con i colori della bandiera a stelle e strisce che ricoprono i due Paesi uniti, è accompagnata dalla didascalia “Oh Canada!”. L’Europa trema, la Commissione tace.

In che mani sta per cadere il mondo!

«Dal 20 gennaio cambieremo l’economia molto velocemente» annuncia Trump nel suo primo intervento da presidente degli Stati Uniti ufficialmente eletto, come dichiarato dal Congresso (è toccato, nemesi storica, Kamala Harris, la sua sfidante alle elezioni del 5 novembre scorso). Inflazione da brivido? Pronto il santone spaziale: «Nei prossimi quattro anni gli Stati Uniti decolleranno come una navicella spaziale». Da subito ‘trivellazioni off-shore’, libere (e il mare si fotta). «Noi trivelleremo e lo faremo in molti posti e i prezzi dell’energia andranno giù fino a un livello molto basso».

 

La sua cura per il mondo fa paura

«Non escluso l’uso della forza per riconquistare il canale di Panama e annettere la Groenlandia». Un fuoco d’artificio di prepotenze e spesso di scemenze, ma questo è il personaggio che gli americani hanno eletto e imposto al mondo. Sull’uso della forza per Panama e Groenlandia, concede al mondo il dubbio: «Non posso dare assicurazioni su nessuna delle due questioni». Aggiungendo subito dopo: «Ma posso dire questo: ne abbiamo bisogno per la sicurezza economica. Il Canale di Panama è stato costruito per i nostri militari. Non ho intenzione di impegnarmi su questo adesso, potrebbe darsi che dovrò fare qualcosa».

Trump groenlandese e la rotta di Colombo

Sul suo social Truth, il presidente eletto aveva scritto che l’annessione della Groenlandia agli Stati Uniti «è una cosa che deve accadere». Lo aveva annunciato condividendo un video dell’aereo di suo figlio Donald Jr. che atterra sull’isola, oggi parte della Danimarca. Neppure la geografia si salva. «Cambieremo il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America», ha sproloquiato ancora nella conferenza stampa tenuta a Mar-a-Lago, spiegando che questo «è il nome più appropriato». Senza dimenticarsi di minacciare il Messico (oltre al Canada), di «imporre dazi molto severi perché deve smettere di permettere a milioni di persone di riversarsi nel nostro Paese anche se potrebbe fermarli».

Canada annesso, e l’Europa trema

Lo stesso discorso è stato fatto per il Canada. Il prossimo inquilino della Casa Bianca ha intenzione di usare la “forza economica” (applicando dazi) contro il Canada, il Paese che il presidente eletto vorrebbe diventasse il 51esimo Stato americano. Il premier canadese Trudeau dimissionario, la risposta politica dal Canada ritarda ma l’educazione diplomatica vieta le risposte più sintetiche e meritate. Anche l’Ue tace, per polmonite di Von del Leyen ci dicono. Ma Francia e Germania con ancora un forte orgoglio nazionale non gradiscono. Con Macron che si precipita dall’inglese Starmer, e Scholz che attacca: «Confini sovrani». L’Italia tra gli ostaggi tace. Per Bruxelles solo «provocazioni teoriche»

Commissione indecisa, “si salvi chi può”

Con una mossa annunciata all’ultimo minuto, oggi il presidente francese Macron attraverserà la Manica per incontrare il primo ministro Keir Starmer nella sua residenza di campagna di Chequers, vicino Londra, precisa Andrea Valdambrini. Un’agenda formale dall’Ucraina all’immigrazione fino alla cybersicurezza e all’intelligenza artificiale. Ma la visita dell’inquilino dell’Eliseo -che fa seguito allo storico viaggio del premier britannico in Francia lo scorso novembre in occasione della celebrazione dell’armistizio della prima guerra mondiale-, «segna soprattutto l’esigenza di un coordinamento tra Londra e Parigi dopo i ripetuti attacchi di Musk al leader laburista».

Blinken Bla Bla come sempre a rassicurare

L’annessione della Groenlandia sarà pure «un’idea balzana che non si realizzerà», come ha rassicurato il segretario di Stato Usa Blinken. Sperando che non vada e finire come le sue mediazioni in Medio Oriente. Ma intanto in Europa l’esigenza è quella di correre ai ripari. Ieri il ministro degli Esteri francese è stato categorico: «La Groenlandia è un territorio dell’Unione europea», ma si sa che Trump non frequenta molto la cultura, geografia compresa. «È fuori discussione che l’Ue possa lasciar prendere di mira le proprie frontiere sovrane». Dopo che la premier danese aveva sottolineato come l’isola artica, tanto ricca di risorse naturali e materie prime da far gola alla più grande pre/potenza mondiale, «appartiene ai suoi abitanti e non è in vendita».

Groenlandia ghiacciaia europea

Dopo quella di Parigi, altrettanto dura la reazione di Berlino, dove il cancelliere Scholz denuncia lo «sconcerto dei leader Ue rispetto alle uscite espansioniste di Trump». «Il principio dell’inviolabilità delle frontiere vale per ogni Paese» afferma, alludendo anche alle mire su Panama e addirittura sul Canada. Facile previsione del cancelliere uscente «la situazione della sicurezza in Europa sarà molto tesa nel prossimo futuro». Non a caso Trump è tornato sul tema delle spese militari Nato, che vorrebbe addirittura innalzate fino al 5% del Pil (il segretario dell’Alleanza Mark Rutte si era accontentato di chiedere il 3%). Due personaggi facili a dare i numeri.

Commissione sottotono e sospettabile

Macron e Scholz premono su una inedita «sovranità europea», ma paradossalmente è Bruxelles a prendere tempo. Ricordando la clausola di reciproca difesa tra i paesi Ue, che scatterebbe in caso di ipotetica occupazione della Groenlandia da parte degli Usa. Tutti sulla scia di Binken a minimizzare rispetto alla mille altre provocazioni da aspettarsi da parte di Trump. Mentre la sua ala destra d’attacco, Elon Musk, questa sera ospiterà in streaming su X la leader AfD Alice Weidel in vista del voto in Germania. Per lo spagnolo Pedro Sánchez, Trump «fomenta l’odio attaccando apertamente le nostre istituzioni».

Un pezzo d’Europa subito da Trump

“E poi tre ministri degli Esteri, quelli di Francia e Germania, affiancati questa volta dalla Polonia, annunciano un’iniziativa diplomatica congiunta, con o senza la presenza dell’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas. L’idea è quella di recarsi a Washington dopo l’insediamento di Trump, come «dimostrazione di unità europea», fanno sapere.”

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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di

9 Gennaio 2024