Invettiva sull’anno in corso e sulla libertà

DI ANTONIO CIPRIANI

REDAZIONE

Dalla redazione di REMOCONTRO –

“L’anno è ricominciato orribile come era finito. Sul piano nazionale con il governo pacchiano a far squadrare le questioni irrisolte, destinate a rimanere irrisolte. Un’alzata nostalgica di braccia a paletta e disegnare un vuoto di memoria, di storia, di etica, di prospettive. Un’Acca Larentia identitaria e furente, con gli sbuffi di rabbia che escono dal naso come nei fumetti, a nascondere i gradi massicci di obbedienza al sistema internazionale, sempre più proprietario, sempre meno politico. Con la maschera o senza la maschera il succo della democrazia morente è quello: fingere di agire nel nome di nostalgiche ideologie, per allinearsi belli coperti all’ombra di chi comanda davvero, anche cedendo sovranità e mettendo in svendita il Paese.
Che poi non è una storia solo di adesso.”

“Ovvio. Ma adesso i ghignanti, pronti a fare occhi di lupo e a scattare a molla col braccio teso, sono davvero orsacchiotti teneri lontano dai riflettori dei media e fuori dalle stanze di chi conta.”

Abbiamo accennato del piano internazionale.

Un luogo in cui il diritto è solamente appannaggio del più forte, del più armato, del più criminale. Ogni organismo che rivendica giustizia viene preso a cannonate, e non solo metaforicamente. Il crimine di guerra è quotidiano e senza testimoni, anche perché li ammazzano tutti. Lo sterminio di palestinesi, l’ingiustizia, la distruzione di tutto quello che può rappresentare un posto dove vivere, è ormai un dato di fatto. E mentre tra silenzi e imbarazzi la questione del genocidio viene messa a tacere, per interessi bellici e obbedienze politiche, la vergogna prende appunti per la storia. I pavidi di oggi saranno ricordati nei libri di domani.

Quindi, visto che siamo alla seconda settimana, è già un anno da buttare?

Beh, le prospettive politiche, economiche, reazionarie e securitarie sono pessime. Ma non vuol dire che la resa è alle porte. Anzi. Più il potere è nelle mani di pochi, pochissimi, più è virtuale e farlocco, più spazio abbiamo come comunità di persone che non vogliono adeguarsi alla banalità del male.
Il terreno è più fertile, stanno anche passando di moda i finti trasgressivi, rivoluzionari del niente all’ombra del vantaggio personale. Una certa categoria amichettistica degli oppositori intellettuali, che tanto sono utili all’incedere sicuro del potere, sta tramontando.

“Resta la vita, la realtà, la voglia e capacità di riprendere in mano la storia, l’attivismo, la cultura non soltanto per bucare lo schermo, non per fare faccette nella galleria dei paraculi mediatici, ma per vangare il terreno secco della democrazia.
Insomma, siamo ancora qui che discutiamo, ci incontriamo, mettiamo insieme idee, contrastiamo l’ineluttabile che porta vantaggio a pochi, difendiamo il bene comune dai furbetti del salottino, capaci di tripli salti carpiati per mantenersi a galla, per non discutere il manovratore, per godersi i benefici dei quadri intermedi della schiavitù. Siamo qui a pensare nuove idee, a mettere insieme cuori, passioni e attivismo. Perché la vita in cui vogliamo vivere non è quella pappetta mediatica oscillante, è questa realtà, è l’amicizia, il disinteresse, il lavorare fianco a fianco senza dover per forza essere schiavi o padroni.”

“Ma liberi tra liberi, per continuare a cambiare il mondo dalla propria soglia. Non con il mouse in mano e la pantofola ai piedini incavolati, ma dal vivo, in piedi, con umanità.”

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Articolo di Antonio Cipriani dalla redazione di

12 Gennaio 2025