Aspettando la tregua

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Ogni ora senza azioni di guerra significherà vite risparmiate

Come tutte le persone degne di stare al mondo fremo per l’impazienza di vedere le sei settimane di tregua a Gaza che si concretizzano, e chi non le vorrebbe che bruci all’inferno. Ogni bomba, ogni missile, ogni cannonata, ogni raffica di mitra risparmiata saranno giorni o mesi o forse anche anni regalati a vite innocenti ma il cancro che le ha divorate a centinaia di migliaia per quasi 80 anni è sempre lì, tra finte remissioni e aggressive metastasi.
Quando il diritto a una vita pacifica si trasforma nel grazioso regalo di un tiranno sanguinario e senza scrupoli la parola “futuro” perde ogni significato, si vive in ginocchio e ogni giorno è buono per crepare ed è di questo che stiamo parlando, nulla di diverso tra ciò che è stato e ciò che sarà.
A Gaza e in Cisgiordania continueranno in scala ridotta gli omicidi, le distruzioni, il metodico furto della terra, la riduzione in schiavitù giuridica, economica e sociale dei Palestinesi. Per loro nella Terra Promessa non c’è spazio, non c’è mai stato dai tempi di Ben Gurion e di Golda Meir, Netanyahu è solo l’ultimo dei macellai che più degli altri ha lavorato all’ingrosso.

Soluzione possibile una Forza Internazionale?

L’unica soluzione possibile sarebbe una forza internazionale di interposizione a difesa di ciò che rimane, difficile immaginarla messa in piedi da chi a quel tiranno sanguinario vende le armi necessarie per le sue atrocità e considera le sue violazioni del diritto internazionale punibili al massimo con una tiratina di orecchie.

Nulla è cambiato…

Per questo è futile ricordare l’attacco del 7 ottobre, o la strage di Monaco, o il dirottamento di Entebbe o anche la Guerra dei 6 Giorni. Nulla è cambiato e nulla cambierà fino a quando un solo Palestinese continuerà a vivere nella Terra Promessa.
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Mario Piazza