DA REDAZIONE
Antonio Cipriani da REMOCONTRO –
Per mesi, anni, uno si batte per far sì che la lotta civile contro ogni forma di ingiustizia e di ignoranza sia reale. Ideale, ma non virtuale. Esercitata anche nell’agire di ogni giorno, con scelte che non accendono i riflettori, non portano finanziamenti pubblici o privati, ma continuano a tracciare il solco semplice tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. A testimoniare solamente libertà e poesia.
“Poi in un gennaio gelato ti capita di essere bloccato davanti alla tv, ascoltando un telegiornale che non avresti mai visto. Ed ecco lo sfrigolare assurdo di notizie, confezionate con paternalismo, miste a consigli per gli acquisti. Una pornografia del dolore che correda cronache di delittacci, e subito dopo la pubblicità, le feste dei ricchi, oppure le storie di un’umanità virtualizzata, banalizzata che sfreccia a mille, le dichiarazioni politiche per lo più inutili, le farsette mediatiche dei soliti noti, la ferocia ghignante, le crudeltà digeribili tra una forchettata di spaghetti e un allarme di qualche genere che ti fa imbufalire per la dozzinalità e la ripetitività.
E al bar di un piccolo paesino molto lontano da casa assisti a riflessioni arroganti, razziste e fasciste, basate essenzialmente sulla narrazione tossica mediatica. E pensi che mentre sei lì sulla soglia a batterti con coraggio e passione, il mondo precipita in un gorgo di stupidità, di ignoranza vestita a festa, disprezzo verso i poveri anche da parte dei poveri stessi, di cattiveria che giorno dopo giorno, volando sulle ali mediatiche, ottenebra le menti dei cittadini.
“Un dubbio ti viene. E ti chiedi come sia possibile che funzioni questo incantesimo in cui sono i poveri, culturalmente ed economicamente, a battersi loquaci e ottusi per il diritto del più forte, del più ricco ad esserlo ancora di più. Dove si sono rotti i concetti semplici ed etici che, per lo meno, impedivano allo schiavo di esaltare le frustate elargite dallo schiavista?”
E allora dici: mah, non finirà bene. Tanto più l’incantesimo sarà duraturo più il crollo di questo castello di falsità, dí schiavitù culturale, di ricchezze e potere enormi a fronte di miserie assurde, sarà clamoroso e violento. Perché questo, almeno questo, la storia ce lo insegna. Finirà. E finirà male.
Ps
“Questa invettiva non contiene alcun messaggio di resa. È come fosse una vanga per i terreni aridi del conformismo. Continueremo a fare del pensiero un’azione, a non chinare la testa davanti all’ingiustizia e neanche davanti alla stupidità impettita dell’ignoranza. Continueremo a coltivare diritti, cultura, bellezza, gentilezza, coraggio. Serve farlo, per poter sperare che i semi attecchiscano. E domani, chissà, potrà nascere un fiore.”
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Articolo di Antonio Cipriani dalla redazione di
19 Gennaio 2025