Liberazione Almasri: una storia assurda

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Fondo provvisoriamente toccato, in attesa del peggio

Che questo sia un governo di patacche, lo sa ormai tutto il globo terracqueo. Si sa anche che siano capaci di qualunque cosa, nella ricerca spasmodica dei limiti, ancora provvisori, del peggio. Ma, con le dichiarazioni del ministro Piantedosi che cercava di giustificare la liberazione e la deportazione, su un lussuoso volo di stato, di Almasri, il fondo lo hanno veramente toccato. Provvisorio perché da qui al 2027 chissà quanti altri fondi più fondi, saranno capaci di toccare.

Almasri è un criminale

È quello che dirige i lager libici. Posti che hanno superato la crudeltà di quelli che Hitler fece edificare in mezza Europa. Almasri si è occupato personalmente o ha ordinato ad altri, torture e uccisioni. Nei lager di Almasri le donne vengono violentate, i bambini picchiati, si assiste a ogni tipo di abuso di uomini verso altri uomini. Ciò che ha fatto Almasri nella sua troppo lunga carriera, ampiamente provato e documentato, gli ha causato un mandato di cattura internazionale, emesso dall’Alta Corte de L’Aia.

Ma quanti “padroni” ha l’Italia? 

Era ovvio che Almasri fosse pericoloso, non avevamo bisogno che ce lo dicesse Piantedosi. Ma gli uomini pericolosi si arrestano e si consegnano alle autorità che intendono processarli, non si liberano e rimandano a casa loro, con volo di stato e forse con champagne. La giustificazione di Piantedosi aggiunge il grottesco e il ridicolo a una storia assurda. Conferma il bassissimo livello del governo Meloni e ci fa sospettare che i padroni dell’Italia siano molti, non solo oltre Atlantico. La festa libica, con i fuochi d’artificio a celebrare la libertà di un sanguinario criminale, lo dimostra ampiamente.
E la vergogna, forse, non è più sufficiente.
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Giancarlo Selmi