Sabotaggi e complotti alle ferrovie, solo scuse…

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Sabotaggi, complotti

Poniamo, per un attimo, che sia vero che alcuni scappati di casa stiano provando a sabotare le ferrovie.
Sarebbe un enorme “poniamo”, perché i pareri tecnici ci dicono che la stragrande maggioranza dei guasti dipende dal pantografo, che se toccato senza interruzione di corrente ti scarica 3mila volt (e con mille si va spediti all’altro mondo). Ma assumiamo che non sia così. Ora, se ipotizziamo che della gente stia riuscendo a sabotare l’intero sistema ferroviario italiano, o si riesce a provare che questi individui non sono, appunto, scappati di casa, ma incursori altamente addestrati e preparati di un Paese straniero evidentemente in conflitto con noi, oppure c’è un’enorme, gigantesca falla nel sistema di resilienza di quella che è una delle più importanti infrastrutture critiche d’Italia, le sue ferrovie.

Capacità di prevenzione e reazione inesistenti

Perché il tema, oggi, e in qualunque settore della società, non sono più gli attacchi, che spesso sono inevitabili: il tema è la capacità di reagire, intervenire, prepararsi e poi prevenire. Tutti aspetti in cui il sistema guidato da Salvini sta fallendo ora dopo ora, per altro da mesi. E lo provano le ore di ritardo, i problemi interminabili, il successo continuo e costante degli ipotetici attacchi.
Dunque da qualunque parte la si prenda, la situazione è disastrosa.
E l’incompetenza del Ministro ormai evidente.
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Leonardo Cecchi