DI LUCA BAGATIN
In “The Stone of Madness”, sviluppato da The Game Kitchen (https://thegamekitchen.com) e edito da Tripwire Presents (https://tripwireinteractive.com), ci troviamo prigionieri in un monastero spagnolo del 1799, situato nei Pirenei.
Un monastero gestito da religiosi arcigni e crudeli, che accoglie – si fa per dire – pazzi e prigionieri dell’Inquisizione.
Inizialmente, vestiremo i panni di Alfredo, un prete accusato ingiustamente, da un Inquisitore corrotto, di eresia.
Alfredo, come gli altri prigionieri che andremo a interpretare, ha abilità e poteri unici.
Ma è anche preda di fobie e paure, come tutti gli altri, del resto, provocate dai traumi sviluppati all’interno del monastero-prigione.
Mantenere la sanità mentale dei prigionieri è fondamentale, per sfuggire alla follia e, dunque, per evitare di continuare a rimanere prigionieri.
Alfredo teme la violenza, i cadaveri e i fantasmi. Ma può esorcizzare questi ultimi con l’abilità della benedizione. Può, inoltre, portare un lume che può illuminargli la strada e scoprire indizi invisibili ai più.
Nel tentativo di salvare una ragazzina, Amelia, rinchiusa nel monastero per costringerla ad abbracciare la fede cattolica, dovremo aiutare Alfredo in una ricerca spasmodica all’interno dell’edificio, cercando di non farci notare dalle numerose e vigili guardie, oltre che dalle suore, dai frati e, successivamente, dai soldati.
Nel corso della storia, incontreremo altri compagni di sventura.
Fra questi Eduardo, un uomo grande e grosso, dalla forza erculea, ma, rinchiuso per anni al buio, non è in grado di parlare e ha la fobia dell’oscurità.
Anche Eduardo ha le sue abilità, fra le quali quella di spostare oggetti pesanti, scassinare porte e lanciare dei massi.
Successivamente, incontreremo Leonora. Una donna piuttosto violenta, capace di tramortire o uccidere, a sangue freddo, le guardie, ma spaventata dal fuoco.
Combinare abilità e bilanciarle con le fobie di ciascuno, sarà il compito che ci spetta, in questo gioco stealth, tattico, di esplorazione in tempo reale.
Alfredo, ad esempio, con il suo lume, potrà fare luce a Eduardo, per evitare che questi si spaventi. Leonora può abbattere facilmente le guardie… purché non ci sia del fuoco nei paraggi!
Man mano che proseguiremo nell’avventura, potremo controllare anche la piccola Amelia e l’anziana Agnes, dotata di poteri mistici.
Il nostro obiettivo finale è quello di fuggire dal monastero, senza essere notati e controllando, alternativamente, tutti e cinque i personaggi, le cui forze si potranno ricaricare la notte, così come la notte potranno anche creare – con gli oggetti recuperati di giorno nel monastero – utensili, armi , bende e altro, utili alla fuga.
Le abilità di ogni personaggio, fra incantesimi, capacità di assassinare o tramortire i nemici, distrarli e altro ancora, sono peraltro potenziabili.
“The Stone of Madness” è un gioco tutt’altro che semplice, perché tutt’altro che semplice è riuscire a esplorare il monastero senza essere scoperti e – al contempo – padroneggiare le abilità, evitando che i nostri personaggi cadano preda delle loro paure (che potrebbero avere effetti negativi sul personaggio e impedirgli di essere utile alla fuga).
Per quanto saremo guidati, inizialmente, da un ampio prologo che funge anche da tutorial introduttivo.
“The Stone of Madness” presenta una grafica isometrica – inframmezzata da filmati in stile cartone animato – davvero unica, particolareggiata, dipinta a mano e ispirata all’artista spagnolo Francisco De Goya, che visse proprio a cavallo fra il ‘700 e l’800 e ciò caratterizza ulteriormente il gioco, rendendolo una piccola opera d’arte fra Storia e dramma esistenziale.
Disponibile per Steam (https://store.steampowered.com/app/1309710/The_Stone_of_Madness); Epic Games (https://store.epicgames.com/it/p/the-stone-of-madness-7b22f3) e GOG (https://www.gog.com/en/game/the_stone_of_madness), “The Stone of Madness” è giocabile su pc con sistema operativo Windows 10 o 11, con minimo 8 GB di RAM; una scheda video di fascia media e 14 GB di spazio libero su disco fisso.
Luca Bagatin