Giorgia Meloni e gli avvisi di garanzia

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Avviso di garanzia

Vediamo come la premier ha preso l’avviso di garanzia gentilmente offerto dal procuratore Lo Voi che “Voi o non voi” non fa ciò che volete voi al governo ma ciò che ritiene giusto.
“La notizia di oggi è questa: il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi- afferma Meloni- lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri, avviso di garanzia inviato anche al ministro Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano presumo al seguito di una denuncia che è stata presentata dall’avvocato Luigi Ligotti ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”.

I messaggi di Giorgia

andrebbero studiati quali esempi di orrori concettuali, vediamoli. Premetto che la premier non dovrebbe preoccuparsi troppo perché Nordio cancellerà i reati che hanno prodotto gli avvisi di garanzia. Dai Scherzoh!
1) Giorgia Meloni ricorre a un artificio: perché si consideri fallimentare a priori l’iniziativa del magistrato (quindi incapace), Meloni definisce fallimentare il processo a Salvini. Non valeva la pena di celebrarlo poiché il ministro è stato assolto. Ma va? Peccato che quando si sia trattato di Lucano, condannato per reati inesistenti e successivamente assolto, la Meloni doppiopesista equestre non si sia disturbata troppo per definire i processi esempi di fallimento; erano troppo utili alla sua propaganda politica, disgustorama caz*o.
2) L’avvocato Ligotti ha difeso pentiti del calibro di etc. La sovranista Meloni dovrebbe sapere che in Italia lo stato di diritto prevede un difensore anche per i collaboratori di giustizia, non solo per gli amici della premier a cui si addebitano reati e vengono poi condannati con sentenza passata in giudicato. Difendere Andreotti la cui appartenenza alle cosche è certificata come è certificato che Silvio Berlusconi le cosche le finanziava, non ha suscitato reazioni nella “onesterrima” Meloni. Né le ha mai suscitate il difensore di Craxi. E se la premier permette Ligotti non ha imposto in commissione antimafia l’amica (perché l’amichettismo è roba di sinistra) a sua volta amica dello stragista mai pentito Luigi Ciavardini. Perciò ripassare il manuale del contegno istituzionale sarebbe cosa gradita. Meloni conclude con l’ennesimo fallo cosmico al retrogusto di congiura trifolata: “Ora i fatti sono abbastanza noti, la Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione – dice Meloni – emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli. Curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che per 12 giorni aveva serenamente soggiornato in altri tre Stati europei”.
3) Ovviamente la CPI complotta contro il governo italiano spiccando un mandato ad hoc quasi come le leggi di Berlusconi. Spiace che la Corte non segua le tempistiche decise da Meloni e non esegua ordini come fanno in Rai. Per smontare il complotto che fa il governo del fare (male anche sé stesso)? Ignora la CPI, di cui dovrebbe riconoscere la giurisdizione dato che l’Italia firmato il trattato di Roma, e fa una figura di palta. Poi per ottimizzare le cose accompagna un delinquente efferato a casa propria con un volo di Stato a spese nostre. Ma perché la CPI fa tutto questo contro l’Italia? Rispondere è facilissimo: i procuratori dell’Aia sono amici di Lo Voi e si sono messi d’accordo per creare lo scenario idoneo a favorire che premier e ministri fossero colpiti da avvisi di garanzia…

A proposito di “procedimenti fallimentari”

“Cara Meloni non so che prenda quando si sveglia la mattina ma pare sia lontana dallo stato di coscienza. E a proposito di procedimenti fallimentari: ricorda quando un certo Taormina denunciò Conte per “Pandemia Colposa” ? Tutto finì in una bolla di sapone, fatto sancito dal tribunale dei ministri. Conte non comparve in alcun video, né offrì sterili appunti sull’appartenenza politica di Taormina o su chi difese. L’ex premier si prese le proprie responsabilità senza piagnucolare. Perciò impari a comportarsi da adulta, non vada fuori tema e si asciughi le lacrime, ecco il fazzoletto.”
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Gioacchino Musumeci