Zelensky si prepara alla resa dei conti?

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

P. F Pennati

 

Che la fine di questa assurda guerra in Ucraina possa essere in qualche modo vicina se lo sentono in molti, ma come sarà il dopoguerra?

La ricostruzione

Se la popolazione ha il problema di ricostruire o rientrare in patria rinunciando agli aiuti ottenuti all’estero, il capo supremo Zelensky dovrà far quadrare i conti.
In questi anni di spese incontrollate e di voci di ruberie varie con armi deviate sul mercato nero e di denaro imboscato in conti in paradisi fiscali si dovrà un giorno tirare le somme e Zelnsky ha già cominciato a preparare il terreno.

I conti, che non tornano, secondo Zelensky

Nelle interviste dell’ultima ora, oltre a lamentare l’esclusione da un negoziato di pace con la Russia che lui stesso ha vietato fin dal principio, Zelensky ha cominciato a mettere le mani avanti negando di aver mai ricevuto i fiumi di denaro che gli sono stati inviati, sostenendo che dei 200 miliardi che sarebbero stati inviati in totale all’Ucraina a lui ne sono arrivati solo 75, facendo sparire in un sol colpo, per altro incolpando terzi ignoti del mancato trasporto, ben 125 miliardi di dollari. Ma anche in questo modo i conti non tornano ancora, sommando tutti gli aiuti esteri da inizio guerra, nel 2022, all’Ucraina risultano essere stati inviati fino ad ora un totale 255 miliardi ovvero ben 180 miliardi di dollari in più di quanto dice di aver ricevuto realmente. Nel grafico la top 10 degli aiuti erogati dai vari paesi con l’Europa in testa.
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Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Europa Stati Uniti Germania egno Unito Norvegia Giappone Canada Polonia Olanda Danimarca 0 10 20 30 40 Aiuti Militari 50 60 Aiuti Umanitari 70 80 Aiuti Finanziari"
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A questo punto la domanda di Zelensky dovrebbe diventare nostra: se lui sostiene di aver ricevuto solo una minima parte dei denaro inviato, chi ha davvero preso la maggior parte dei soldi e dove questi sono finiti?

“Nel torbido si pesca meglio”

L’attualità è raccontata dalla propaganda, ma alla storia non si sfugge ed il tempismo è fondamentale, quindi, al momento, è importante per chi ne ha approfittato, continuare ad intorbidire le acque perché parafrasando Tony Curtis (in una famosa scena del film “Operazione Sottoveste” nella quale durante un attacco aereo approfittando della confusione creata dalle bombe salta su un camion per arraffare quanto possibile dalle case di chi scappa) “nel torbido si pesca meglio” ed il torbido deve resistere intensamente fino a quando i protagonisti dei furti saranno tutti (o quasi) al sicuro o si sarà trovato una vittima sacrificale.

Una guerra che non doveva mai iniziare

Non aspettiamoci, quindi, di poter conoscere la verità e la storia reale troppo presto, troppi protagonisti potenti sono ancora torbidamente coinvolti e troppo denaro è stato fatto sparire per poter rivelare i giochi ed i retroscena di questo inutile e controproducente conflitto, iniziato (ora anche i media USA lo ammettono) per la richiesta statunitense di poter sfruttare liberamente i territori di Dombass, Lugansk e persino recuperare dalla Russia la Crimea occupata nel 2014 evitando un confronto atomico diretto.
In una cosa ha ragione Trump, questa guerra non doveva nemmeno iniziare e chi l’ha sostenuta è complice di assassini senza scrupoli, da qualsiasi parte si trovino.
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Pierluigi Ferdinando Pennati