DA REDAZIONE
Dalla Redazione di ARTICOLO VENTUNO –
Anziché rendere conto delle ragioni dell’omessa trasmissione degli atti alla Procura generale di Roma, ai fini dell’applicazione della custodia cautelare al cittadino libico Almasri e della sua consegna alla Corte Penale Internazionale, in esecuzione del mandato d’arresto emesso dalla Corte, il Ministro Nordio si è scagliato contro la Corte penale internazionale, non solo sindacando nel merito il mandato d’arresto, ma addirittura qualificandolo come “atto nullo” e “completamente sballato”.
Sono dichiarazioni che dimostrano come il Ministro non riconosca affatto il principio costituzionale di separazione dei poteri, arrogandosi il ruolo di tribunale di ultima istanza, censore non solo dei provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria nazionale, ma anche di quelli delle corti sovranazionali, concorrendo a pericolose disinformazioni in ordine a ipotetiche nullità di atti giudiziari.
Sono, invece, evidenti gli errori giuridici in cui il Ministro è incorso nella sua arringa, nella quale, ignorando che il mandato di arresto è uno strumento giuridico che non corrisponde alle nostre misure cautelari personali ed è piuttosto assimilabile ai mandati di comparizione (estranei al nostro ordinamento, che invece riconosce la facoltà dell’imputato di non partecipare al processo), ha cercato di argomentare la pretesa nullità del mandato d’arresto attingendo alla giurisprudenza nazionale relativa alla nullità delle ordinanze cautelari italiane, ad esempio per mancanza di traduzione nella lingua madre dell’imputato, e anche qui ignorando che, comunque, anche in Italia esiste sempre la possibilità di differire la traduzione di un’ordinanza di custodia cautelare a un momento successivo alla carcerazione, quando vi sono ragioni d’urgenza, e che ciò avviene sempre, pacificamente, nel caso di arresto.
Appare poi francamente surreale la lamentela che il mandato d’arresto fosse scritto in inglese e non fosse stato tradotto in italiano, non essendo ammissibile che, nel 2025, il Ministero della giustizia non sia in grado di recepire e rendere fruibile immediatamente a chiunque un atto scritto in inglese, che è una delle lingue ufficiali dell’Unione europea ed è la principale lingua di lavoro in tutti i contesti internazionali.
Ma gli errori di diritto sono la cosa meno grave.
Ciò che dovrebbe essere chiaro a tutti cittadini è che il Ministro si è arrogato la facoltà, che non ha, di ergersi d’ufficio a giudice d’appello di un atto giudiziario, di dichiararlo nullo e quindi di violare deliberatamente una legge dello Stato, la legge 237 del 2012, che gli imponeva di eseguirlo senza sindacarlo, in ragione dell’obbligo assunto dall’Italia con la ratifica dello Statuto della Corte penale internazionale, il quale, peraltro, è conosciuto come Statuto di Roma perché è proprio in Italia che l’ideale di una giustizia universale sui crimini di guerra, contro la pace e contro l’umanità ha visto la luce.
Il Ministro della giustizia non ha spiegato, come avrebbe dovuto, perché un uomo accusato di avere “picchiato, torturato, sparato, aggredito sessualmente e ucciso personalmente detenuti, nonché …ordinato alle guardie di picchiarli e torturarli” (come si legge si legge negli atti della CPI) sia stato scarcerato per una deliberata omissione del governo italiano.
Il Ministro ha invece utilizzato questa occasione per attaccare ancora una volta l’indipendenza della giurisdizione, e non più “solo” la magistratura italiana, ma tutte le autorità giurisdizionali, anche internazionali e sovranazionali. Il messaggio è chiaro: nessuna autorità giudiziaria, nazionale o sovranazionale, potrà emettere atti sgraditi alla maggioranza politica di turno, e se ciò avverrà l’atto giudiziario sgradito sarà in qualche modo vanificato nei suoi effetti e l’autorità giudiziaria che lo ha emesso verrà additata all’opinione pubblica come nemica della nazione.
Una pericolosa deriva, rispetto alla quale tutta la comunità giuridica, tutti coloro che hanno a cuore la democrazia liberale, dovrebbero prendere posizione.
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Articolo della Redazione di
5 Febbraio 2025