Ragionando tra me e me

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Con un’unica eccezione che affonda nella notte dei tempi, non ho mai votato PCI e meno che mai i vari stadi delle sue metamorfosi.

La mia parte politica

Certo era (ed è tuttora) la colonna portante della mia parte politica, mi riconoscevo nel suo elettorato e ammiravo la sua presenza capillare sul territorio, l’eloquenza dei suoi dirigenti, la sua rigidità verso questioni che attenessero la moralità e i principi. Rilevavo però una ambiguità di fondo in attesa di manifestarsi.

“Poi la svolta della Bolognina”

E infatti nel 1989 venne la “svolta della Bolognina” con il tradimento di Occhetto e l’adesione al neo-liberismo di Gorbaciov, quello che in soli due anni portò al dissolvimento dell’Unione Sovietica. La “gioiosa macchina da guerra” del compagno Achille procedeva a tutta velocità verso il proprio schianto.
Da allora è stato uno smottamento lento ma continuo, fino alla vera e propria frana ideologica ben rappresentata da tutti i suoi segretari. Franceschini, Veltroni, Letta, Epifani, Zingaretti e via via fino a Renzi a cui Bersani era inizialmente riuscito ad opporsi.

E quindi arriva il “nuovo”

Poi è arrivata la candidatura di Elly Schlein, un barlume di luce dopo decenni di oscurità e mi sono precipitato a votarla.
Certo alla povera Elly sono toccati i due anni più terribili della nostra storia repubblicana, peggio dello stragismo, del dipietrismo e del berlusconismo. Anni in cui il neofascismo governativo ha ridotto l’agibilità dell’opposizione e oscurato la sua visibilità. Anni di guerre, di crisi economica e di sfaldamento sociale che sembrano fatti apposta per spaccare la sua base elettorale e rendere impossibili le alleanze.

In sintesi

Venticinque righe di preambolo per arrivare a ciò che avrei potuto dire in due:
Cara Elly ti voglio bene ma credo di essermi sbagliato, temo che tu non sia la persona giusta.
Dimostrami il contrario.
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Mario Piazza