Elon the cannibal

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Inquietante la copertina di Time che mostra Elon Musk seduto alla scrivania della Casa Bianca. Non che con Trump si possa star tranquilli ma il miliardario sudafricano è nato e cresciuto in quel guasto culturale che conosciamo come Apartheid e nella città che ancora oggi meglio ne rappresenta il marciume di allora: Pretoria.
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Pretoria in quegli anni, Musk è nato nel 1971 e ha lasciato il Sud Africa nel 1989, era culturalmente peggiore della Germania nazista e di Israele perché racchiudeva in un solo paese sia la supremazia ariana dei Tedeschi che l’esaltazione messianica degli Israeliani.
Chi non era bianco e cristiano non aveva diritti da difendere, neppure quello di sopravvivere, e nulla importava che i “non-whites” costituissero oltre il 90% della popolazione. A milioni furono deportati nelle regioni più inospitali della nazione, a centinaia di migliaia furono perseguitati, imprigionati, torturati e uccisi e non solo per mano dello stato e dei suoi apparati, ogni sudafricano bianco poteva compiere gli stessi crimini contando sulla totale protezione del governo.
Elon Musk è figlio legittimo di quella nefanda cultura e lo dimostra in ogni sua dichiarazione e in ogni suo gesto. Proprio perché è geniale e miliardario andrebbe rinchiuso e legato in una cella di vetro come Hannibal Lecter, il cannibale.
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Mario Piazza