Il circo Americano

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

Il mondo è avvertito

Il “golpista” ha scelto il Super Bowl, la finale del campionato di football, per sciorinare il suo repertorio. Davanti ai microfoni, con il tono sicuro di chi gioca sempre all’attacco, ha annunciato che oggi imporrà «dazi del 25% su acciaio e alluminio», una mossa che promette di scuotere i mercati internazionali. Ma non si è fermato lì. Con la consueta teatralità, ha poi affermato di essere «pronto ad acquistare e controllare Gaza», come se il destino di una terra martoriata potesse risolversi con una transazione, con la firma di un assegno presidenziale.

Ciliegina sulla torta

E infine, con una battuta al vetriolo ha rilanciato la sua visione geopolitica sul Canada: «Faranno meglio come 51° stato degli USA».

Parole che, in un’altra epoca, sarebbero parse folli

Ma nel lessico di Trump, suonano quasi come un altro giorno qualunque.
Donald Trump ed Elon Musk, alchimisti del caos, burattinai in giacca d’oro, tra stelle finte e promesse smaltate, sono gli impresari di questi circo Americano.
L’uno sventola bandiere di un sogno americano depresso, l’altro scaglia razzi verso pianeti di cartapesta.
Qui, tra contratti sigillati con sangue d’inchiostro e sorrisi calcolati al millimetro, si forgiano folle, con la bocca aperta e gli occhi spenti, che ingoiano incantesimi e miraggi.
Il potere lo misurano in follower, il profitto in anime comprate a rate, la distrazione in ore rubate al dubbio.
E la verità? È una ballerina muta, che appare per un attimo, sfiorata dai fari, prima di dissolversi nel nulla. Quando il telo calerà, resterà solo l’eco di una risata registrata, e il cerchio di fuoco che gira, gira, fino al prossimo inganno.
.
Alfredo Facchini