DI GIOACCHIO MUSUMECI
Troppi cittadini italiani non hanno capito come funzionano i centri per migranti costruiti in Albania.
I centri, descritti come modello risolutivo rivoluzionario si sono rivelati patacche condizionate da falle giuridiche. Colpa di chi? Dei magistrati che applicano leggi scritte da legislatori. “Noi nun semo capaci ma è sempre corpa dell’andri che ce vojono ammazzà”. Dice qualcuno.
Il governo non ha spiegato ai cittadini la logica che governa l’operatività di strutture peraltro reclamizzate alla stregua di lussuosi resort decorati con sbarre e cancelli. Come per altri argomenti Giorgia Meloni, sempre umile, tra una clip egoriferita e l’altra è impegnata nello sprezzo di magistrati falliti da una parte e la ricerca della “matrice legislativa” democratica idonea a sbloccare gli ingranaggi suo progetto lungimirante.
Cerchiamo quindi di capire
Dunque tanti si chiedono perché mai a fronte della capienza dei centri, solo poche decine di migranti siano stati trasferiti in Albania per poi tornare indietro poco tempo dopo.
Cerchiamo di capire. Lo scopo dei centri è gestire richiedenti asilo provenienti da paesi sicuri .“Se sono sicuri perché venire da noi, per gravare sul nostro bilancio? Fuck!” sostiene il governo. Pertanto il diritto all’accoglienza dipende dal paese provenienza. Se questo è sicuro, subentra il dirottamento/deportazione dei richiedenti nei centri dove con una procedura accelerata si valuta se l’immigrato ha effettivamente diritto all’accoglienza. In base al decreto Cutro del marzo 2023- che tutti dovrebbero leggere ma chi se ne frega, i richiedenti asilo provenienti da “paesi di origine sicuri” possono essere “detenuti” appena entrati in territorio italiano e incanalati verso una «procedura accelerata», (leggi sommaria), di esame della loro richiesta di asilo.
I paesi “sicuri”
Quella dei “paesi di origine sicuri” è una definizione del 2013 prevista in una direttiva europea con cui il governo Meloni fa a pugni; ma con l’aplomb che caratterizza la postura dell’esecutivo verso la magistratura. La direttiva indica paesi la cui situazione interna non giustifica l’approvazione della richiesta di asilo all’estero. Ciascun governo, coerentemente con le norme europee, può stilare la sua lista di paesi di origine sicuri. Nell’elenco italiano si trovano anche Egitto e Bangladesh, paesi di provenienza dei migranti uomini che il governo aveva destinato al centro in Albania. Sarebbe bastato uno sguardo alla classifica – pubblicata da “Sole 24 Ore” redatta da Amnesty International – dei paesi peggiori in tema di diritti umani per scoprire che l’Egitto è 5° su 17. Israele 7°, congratulazioni!….Il Bangladesh? E’ un luogo in cui i diritti umani sono trattati come cambiali scadute. Nella risoluzione n. 2023 del 14.09.2023, il parlamento europeo annotava che i connotati del paese asiatico fossero “gravemente deteriorati, anche per quanto riguarda le esecuzioni extragiudiziali, le sparizioni forzate, la libertà di espressione e i diritti dei lavoratori”. Insomma un posto dove Giorgia Meloni e Salvini non vedono l’ora di trasferirsi per quanto sicuro.
Non la pensano così invece i vertici Europei su materie ove il governo agisce male e sempre per colpe altrui, che naturalmente è una bugia. Basterebbe conoscere le norme per evitare perdite di tempo e sprechi in denaro, invece se i nostri ministri sono ignoranti sull’argomento dipende dai magistrati. “Nun se po’ sentì…”
Nell’ Ottobre 2024, quando il tribunale di Roma non aveva convalidato il trattenimento del primo gruppo di migranti portati in Albania, la reazione del governo fu ridicola: come sempre i magistrati osteggiavano il governo. Così l’esecutivo si riunì d’urgenza e inserì Egitto e Bangladesh nella lista dei paesi sicuri per aggirare le norme Ue.
Tirando le somme
Il risultato fu: il diritto dell’Unione Europea ha preminenza su quello italiano, pertanto è surreale pensare di aggirare una norma europea inserendo nella lista dei paesi sicuri luoghi che per la Ue non lo sono. Per questo il tribunale di Roma ha deciso di bloccare ancora una volta il trasferimento di alcuni richiedenti asilo provenienti da Egitto e Bangladesh nel centro in Albania. Nella sentenza il tribunale di Roma ha chiesto peraltro che il caso specifico dell’Italia venga analizzato dalla Corte di Giustizia, e che venga trattato con carattere “d’urgenza”. Per tutto questo attualmente i centri in Albania sono inutili e costosi.
“E io pago…”
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Gioacchino Musumeci