DI GIOACCHINO MUSUMECI
Ucraina: Sembrano scomparsi i bellicisti della prima ora
Lo sfacciato speculatore edilizio Trump, putiniano secondo i già desueti criteri dell’altro ieri, mette all’angolo gli ipocriti, i quali in nome della democrazia che difendevano a ogni costo, oggi sono scomparsi dall’orizzonte degli eventi di martirizzati ucraini abbandonati senza batter ciglio. Gli spudorati bellicisti da divano in pelle ucraina acconciata con nauseanti acidi verbali, si riposizionano convenientemente nel putridume ove usano sguazzare secondo ordini di scuderia editoriale. Si dissolve la costellazione di imperativi esaltanti scenari di guerra, tacciono i codardi censori di chiunque paventasse anche la minima possibilità di trattativa con l’invasore russo.
Bellicismo da scrivania
Che ne è per esempio dell’assertiva e sprezzante Tocci, dove stanno Cappellini, Gramellini, Severgnini, e in quale antro oscuro si sono rifugiate Guerzoni e Sarzanini, specialiste di bellicismo da scrivania, atlantiste redattrici di liste con nomi e cognomi di putiniani da condannare. Che aspettino le due soldatesse a condannare le iniziative di Trump non è dato sapere. Altrettanto chiederei perché Trump, in quanto disponibile a dialogare con Putin, non sia stato inserito da Zelensky nelle liste dei nemici del glorioso stato Ucraino. Per tre anni burattini senza arte né parte, se non quella di sulfurei propagandisti a libro paga di panificatori di morte, mentivano sapendo di mentire, raccontavano che l’unica via verso la fine del conflitto consistesse nella sconfitta della Russia. Ma dove siamo oggi?!
E il presidente Zelensky…
Dalle serie televisive a responsabilità troppo grandi per la sua vena tragicomica, si è condannato anch’egli a paventare impossibili successi per il delirio di neocon americani, lobbisti della guerra a cui ci siamo inchinati dall’avvento di Draghi fino a Giorgia Meloni, la premier degli imbarazzati silenzi, forte coi poracci e poraccia coi forti. A tutti questi “analisti” della domenica, cinici sfruttatori di morte e sofferenze altrui, ai boia della democrazia, ai nazifascisti kantiani evoluti a rango di validi patrioti e all’insipienza dei vertici Nato, a coloro che hanno ostracizzato trattative di pace obbligatorie, dobbiamo la distruzione di uno stato, la miseria e le lacrime di milioni, la crisi inflattiva e la moltiplicazione di costi spalmati su cittadini a cui oggi non si sa che raccontare.
Due righe dedicate a Trump no eh?
Orde di lecchini, bugiardi, ipocriti, servi, scribacchini mentalmente scoordinati e indegni, hanno inondato spazi col pattume che garantisce loro uno stipendio. Oggi questi miserrimi dovrebbero raccontare che tre anni di orrori pubblicizzati come prodotti da banco, sono serviti per usurpare ricchezze di un popolo costretto alla guerra da coloro che sbavanti battono cassa alle porte di Kiev. “O cedi i tuoi metalli rari unitamente all’est Ucraino, ventilano gli spacciatori di democrazia, oppure la guerra continua senza i nostri dollari”, questo il succo della trattativa. Ai dotti del giornalismo manca solo il coraggio di scriverlo dopo aver provato a convincerci che la guerra fosse una questione morale. Oggi dunque con Trump presidente le cose sono cambiate, la falange di giannizzeri venduti al miglior offerente si rifugia nel silenzio del lombrico. Tuttavia i servi mediatici che improvvisamente ignorano le sofferenze del popolo ucraino e l’eroismo di Zelensky sono l’ovvio corollario di responsabilità politiche su cui è impossibile tacere.
Concludendo
Il disprezzo mondiale dovrebbe ricoprire per sempre coloro che hanno garantito a chiacchiere sostegno agli Ucraini e oggi si dileguano o vantano diritti al tavolo della spartizione. In quanto europeo posso annotare, oltre i noti metodi Usa, la vergogna della UE: mentre Trump e Putin – colui, e voglio ricordarlo per bene, che secondo i Draghiani indiavolati sarebbe fallito due settimane dopo l’adozione del primo pacchetto di sanzioni – decidono il modo più vantaggioso di smembrare l’Ucraina, i vertici UE piagnucolano perché esclusi dal tavolo delle trattative. La bellicista Von der Leyen, scandalizzata per i prevedibili dazi economici Usa, abbattuti come un contrappasso beffardo su chi sanzionava inutilmente Mosca, non si vergogna di pretendere una fetta della torta di metalli rari e ricostruzioni grondanti di sangue inutilmente versato. Oggi “la nostra” vuole partecipare al tavolo gestito da un invasore che “fraternizza” col presidente Usa, il supervillain che vorrebbe deportare palestinesi chissà dove e trasformare la striscia di Gaza in un colossale stabilimento balneare ad uso e consumo di speculatori e invasori di territori altrui.
Che schifo.
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Gioacchino Musumeci