Honoris Causa

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Incontrai Sergio Mattarella all’inizio del suo primo mandato, era in visita di stato in Vietnam ed era stata organizzata una serata musicale in suo onore al teatro municipale di Saigon, presente tutta la comunità italiana. Ne ricavai l’impressione di una persona poco incline ai protagonismi e i suoi dieci anni di presidenza me lo hanno confermato.
Sempre prudente e misurato, magari anche troppo quando invece le circostanze avrebbero richiesto il massimo dell’energia. Sempre meticolosamente attento a interpretare ogni argomento senza mai travalicare la realtà, sempre con rara proprietà storica e culturale.
Per questo il suo parallelismo tra la Russia di Putin e il Terzo Reich di Hitler mi ha lasciato a bocca aperta, un’affermazione da estremista incurante della genesi del conflitto in Ucraina ma soprattutto inutile e gratuita se fatta non in un convegno mondiale di capi di stato ma all’insignificante platea dell’università di Marsiglia in occasione del conferimento di una laurea “honoris causa”.
Qua non si tratta di essere bellicista o pacifista o putiniano o atlantista, e certo l’analogia di Mattarella non è blasfema come l’ha definita la portavoce russa quasi che Putin fosse un’entità divina.
Si è trattato semplicemente di un passo grossolano in un discorso che è durato mezz’ora, non saprei come definire altrimenti le omissioni sulle cause che hanno portato prima a Euromaidan, poi all’occupazione della Crimea, poi a otto anni di feroce guerra civile in Ucraina e infine alla illegittima invasione militare da parte della Russia.
A volte sarebbe meglio tacere, soprattutto se si rappresenta un Paese che di quel Terzo Reich è stato alleato, complice e servo.
Buon fine settimana.
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Mario Piazza