Tre anni…

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Tre anni di frottole

Di giornali che raccontavano menzogne, di liste di proscrizione sui giornali, di insulti, di “malattie di Putin”, di controffensive inesistenti, di Russia al collasso, di “abbiamo vinto la guerra”, “la guerra finirà quando la Russia avrà restituito i territori occupati (pure la Crimea) e si ritirerà”, di “abbiamo il dovere di sostenere l’Ucraina”, di “invieremo truppe se sarà necessario”, “vogliamo la pace, ma con Putin non si tratta”, perché si doveva trattare con Sbirulino o col Mago Forrest.

Tre anni invocando trattative

Tre anni in cui qualcuno diceva che l’Europa doveva promuovere un tavolo di pace e veniva trattato come l’ultimo degli scemi, di pacifinti, dopo aver sabotato la pace in tutti i modi, tre anni di Kallas, di Metsola, putzola, katzola, kakkola insieme alla Picierno, chiunque sia, che stabilivano la linea di politica estera europea; di treni con Draghi, Scholtz e quell’altro… ah sì Macron, di incontri e abbracci con quello dalle narici larghe… Zelensky, di Sanremo e qualunque cosa con Zelensky.

Tre anni di miliardi

Tre anni di armi e di miliardi in armi e i malati, i disabili, le scuole che crollano, la gente che non arriva alla fine del mese… e chi se ne fotte.

Tre anni di atlantisti sfegatati

Quanti “siamo atlantici”, mentre quelli dall’altra parte dell’Atlantico facevano affari e noi la prendevamo in saccoccia. Di bollette alle stelle, di benzina alle stelle, di aziende che chiudono. Ma eravamo atlantici e lo eravamo veramente. Atlantici a novanta gradi. Tre anni di rimbambiden, di bomberlayen. Ma, soprattutto, dopo tre anni di morti. Di ragazzi di diciassette anni morti o mutilati, di carneficine… Ci accorgiamo, veniamo a sapere che “bastava una telefonata”.

E dopo tre anni finalmente siete davanti alla verità

Volete partecipare al tavolo della pace. Una pace che avete ostacolato e che vedete ancora come una minaccia. “Noi siamo l’Europa”, e piagnucolate. Adesso che siamo all’epilogo, non vi degnano di nessun riguardo. Vi lasciano nei vostri (e purtroppo anche nostri) bilanci massacrati dalla “solidarietà armata” che dovevate all’aggredito mentre loro si spartiscono il bottino di guerra, e ingrassano i loro bilanci.
D’un tratto i veri padroni della scena vi hanno detto quel che siete: nessuno!
Voi e le vostre armi. Voi e chi vi paga. Voi e chi vi ha creduto. Voi con i vostri media complici di tutto questo.
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Giancarlo Selmi