Nel dubbio mi astengo

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Due minuti di applausi di solidarietà alla Camera per Sergio Mattarella… Se fossi stato lì non so se mi sarei unito alla standing ovation, davvero.
Forse sì, se il parallelismo tra Russia e Terzo Reich fosse stato soltanto una improvvida (e improbabile) scivolata storica e politica. Avrei pensato che i Russi la stanno facendo un po’ troppo lunga, capisco che si siano offesi ma più volte era stato detto di peggio senza strilli da vergine vilipesa e senza oscure minacce. Avrei pensato che se la prendono con noi perché siamo i più deboli di tutto il cocuzzaro, e io per natura sto sempre dalla parte di quelli che contano poco o nulla.
O forse no perché, scivolata o non scivolata, le parole di Mattarella entrano precise come piselli nel loro baccello a suffragare la narrazione occidentale del conflitto in Ucraina, quella del mostro sanguinario che vorrebbe abbeverare i cavalli dei suoi cosacchi nella fontana di Trevi e abbronzarsi con i suoi oligarchi sulle spiagge dell’Algarve. Potrebbe anche essere, ma prima di concorrere all’annientamento di centinaia di migliaia di vite e alla distruzione dell’economia di un intero continente avrei gradito qualcosa di più concreto di una narrazione.
Davvero non so cosa avrei fatto, forse avrei applaudito con una mano sola.
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Mario Piazza