“Altro è parlar di morte, altro è morire”

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Che tristezza parlare di guerra, senza contare il pudore e l’imbarazzo che mi attanagliano mentre lo faccio dal mio comodo e pacifico divano. Chi come me la guerra l’ha vista solo in televisione o anche visitando i luoghi delle carneficine, Marzabotto, My Lai, Santa Clara, Phnom Penh, dovrebbe fare molta attenzione a ciò che dice.
Sono frastornato per come gli “eroi con la pelle degli altri” trattano l’argomento, dalla sicumera delle loro analisi, dalle conclusioni affrettate, dall’inconsistenza delle loro teorie, dalla loro strumentale indignazione come se non ci fosse una Bucha in ogni guerra, dalla imbarazzante ignoranza di chi osa fare parallelismi tra Ucraina e Palestina.
Per questo non ne parlerò mai più, c’è un limite al piacere di esibire sui social il proprio acume politico e militare e quel limite è la dignità di chi soffre e crepa mentre sto sorseggiando il mio caffè davanti alla tastiera.
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Mario Piazza