Santanchè (V.M. 18)

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Sul finire degli anni 60 l’allentarsi della censura diede il via al filone cinematografico delle sexy-commedie, la versione pecoreccia delle “pochade” francesi costruite su intrighi ed equivoci.
Chi non ha mai sentito parlare di Giovannona Coscialunga o di Quel gran pezzo dell’Ubalda?
Spettacoli filmicamente penosi ma resi attraenti dalle grazie muliebri della Fenech, della Bouchet, della Cassini.
La pochade messa in scena ieri alla Camera dalla Santanchè è stata soltanto penosa, il trionfo della volgarità nella sua forma peggiore senza neppure la consolazione di un bel vedere.
La volgarità dell’esibizione della ricchezza, anzi riccanza, mescolata a un osceno vittimismo, a ridicoli sussulti di immaginari ideali politici, a incredibili accenni a valori morali e familiari.
Pornografia politica, meglio Ilona Staller e Rocco Siffredi.
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Mario Piazza