La trappola delle terre rare: l’arroganza di chi si considera padrone

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Ottavio Olita da ARTICOLO VENTUNO –

Il mondo è avvertito, in particolare quella parte dell’Europa che crede ancora nella possibilità di costruire una propria funzione politica internazionale, diversa, autonoma rispetto agli Usa.

All’indomani della decisione di applicare dazi del 25 per cento sui prodotti Ue, Trump dà fisicamente la dimostrazione di come intende costruire i rapporti con chi è meno potente di lui.

Vittima sacrificale Zelensky, forse attirato in una trappola il cui unico obiettivo del presidente americano – che non ha avuto remore a definire ‘stupido’ il suo predecessore – era quello di trattarlo come un servo disprezzato e maltrattato, davanti alle telecamere e ai giornalisti di tutto il mondo. Trump schierato a fianco di Putin, forse anche per tentare così di limitare l’alleanza del russo con Xi Jinping o addirittura per proporsi come alternativa a quel solido asse politico.

La timidissima, spaventata risposta europea è arrivata con qualche balbettio, se non addirittura con il pieno sostegno a Trump, indicato da Salvini come l’unica speranza di salvezza per l’occidente. Chissà che prima o poi non gli proponga di far diventare l’Italia l’ennesima stella del vessillo americano. Lui che dopo aver tradito la mistica dell’indipendenza della Padania, sceglie un nuovo padrone per tutti, a partire dall’Europa.

Prudente, timorosa, anche la Meloni che, presa tra due fuochi, chi abbraccerà per primo, di nuovo, Trump o Zelensky? Ancora un esercizio di equilibrismo? E nel frattempo per il popolo ucraino, tragica vittima di questa follia originata da tante diverse responsabilità, continueranno chissà per quanto tempo ancora terribili sofferenze.

Ma davvero si può credere che quel povero popolo ’martoriato’, come lo ha più volte definito Papa Francesco, preferisca continuare una guerra sciagurata, se pure frutto di una violenta aggressione, piuttosto che tentare in tutti i modi di trovare finalmente un percorso che porti alla pace?

Se invece di continuare a ragionare soltanto con l’ossessione bellica imposta dalla Nato, l’Unione Europea politica, non armata, incominciasse ad operare per cercare una soluzione dopo tre anni di immensi sacrifici umani ed economici, forse riscoprirebbe le finalità originarie su cui il progetto di unità venne ideato a Ventotene.

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Articolo di Ottavio Olita dalla redazione di

1 Marzo 2025